Tra i marchi che affrontano una crisi senza precedente, a spiccare è la Nissan. Ecco le ultime notizie sul collasso dei giapponesi.
Da qualche anno a questa parte, l’intero settore automotive è in grave recessione, e sono pochi i costruttori che possono dire di non esservi coinvolti. In Europa, sappiamo tutti, a grandi linee, quanto sia complessa la situazione di colossi come Stellantis e Volkswagen, due giganti che hanno affrontato un crollo delle vendite, e che per via dell’eccessiva fiducia nell’elettrico ed altre scelte errate, si ritrovano a remare. Molto male è messa anche la Nissan, la cui crisi non fa più notizia.
Il brand giapponese, alla fine del 2024, aveva annunciato la prossima unione con la Honda, che avrebbe portato alla formazione del terzo gruppo automobilistico più grande del mondo. Tuttavia, la fusione è poi tramontata, lasciando la Nissan in balia degli eventi, nella speranza di trovare nuovi partner. Negli ultimi giorni, la casa nipponica ha diffuso un nuovo allarme che riguarda gli utili, noto come profit warning, che non lascia ben sperare in chiave futura. Andiamo a scoprire i particolari di questa crisi senza precedenti, che preoccupa e non poco i vertici e gli investitori.
Nissan, la situazione ora è sempre più nera
La Nissan ha dunque reso noto un allarme relativo agli utili, che ha portato alla revisione delle prospettive finanziarie per l’esercizio fiscale al 31 di marzo del 2025. Tutto ciò è provocato dagli oneri legati al piano di ristrutturazione e di altri fattori negativi, ed ora è prevista la chiusura del conto economico con una perdita netta compresa tra 700 e 750 miliardi di yen, circa 4,32 e 4,62 miliardi di euro, anche se a febbraio era stato reso noto un rosso di 490 milioni di euro, quando erano stati pubblicati i conti del terzo trimestre. Le prospettive sono peggiorate, vedendo così riviste a ribasso, e ciò vale anche per altri parametri operativi.

Nello specifico, la Nissan ha abbassato da 3,65 milioni a 3,35 milioni le previsioni sui volumi, con un utile operativo di 35 miliardi in meno rispetto alla precedente stima, che era pari a 120 miliardi. Si è poi deciso i operare sette molto dure, come lo stop ai dividenti, segno di una crisi sempre più grave. A questo punto, è possibile attendersi davvero di tutto, perché non è prevista una rapida ripresa, ed i conti sono sempre più in rosso. La realtà si è fatta tragica sul fronte finanziario.