In Cina non hanno preso benissimo la posizione assunta dal rieletto Presidente degli Usa, Donald Trump. Ecco cosa hanno in mente da Shanghai.
Il Presidente degli Stati Uniti ha firmato un ordine esecutivo per l’applicazione di un dazio del 25% sulle importazioni di auto, un dazio che colpirà duro i produttori europei, principalmente quelli tedeschi ma anche quelli italiani. La Casa Bianca ha dichiarato che la tariffa si applicherà non solo alle auto completamente assemblate, ma anche alle parti fondamentali dell’automobile, tra cui motori, trasmissioni, parti del gruppo propulsore e componenti elettrici. L’elenco potrebbe ampliarsi nel tempo per includere altre parti. Le nuove tariffe entreranno in vigore il 2 aprile.
Ma quale è la risposta europea e non solo a questa provocazione? Le autorità cinesi, dopo un periodo non certo facile a livello internazionale, stanno rispondendo colpo su colpo. Il 2024 è stato un anno da dimenticare, stanno cercando di ricostruire i rapporti fiduciari con i partner esteri e soprattutto con le imprese occidentali e lo sta facendo nel pieno della bufera politica ed economica scatenata da Trump con le sue politiche protezionistiche.
La presa di posizione cinese
Il libero commercio riparte proprio da Pechino nella Grande Sala del Popolo. Oltre ai massimi vertici delle istituzioni cinesi, erano presenti Ola Källenius e Oliver Zipse, numeri uno, rispettivamente, di Mercedes e BMW, Akio Toyoda, presidente della Toyota, e diversi altri CEO, come Roland Busch di Siemens, Lee Jae Yong di Samsung, Bill Winters di Standard Chartered, Steve Schwartzman di Blackstone, Ray Dalio di Bridgewater Associates, Amin Nasser di Saudi Aramco, Paul Hudson di Sanofi, Ai Qiaozhi di Hsbc, Toshiaki Higashihara di Hitachi e Guo Luzheng di SK Hynix.

Oltre a Xi Jinping, le istituzioni erano rappresentante da tanti altri esponenti, tra cui il membro del comitato permanente del Politburo, Cai Qi, l’alto diplomatico Wang Yi, il vicepremier He Lifeng e i responsabili dell’agenzia per la Pianificazione economica e dei ministeri delle Finanze e del Commercio. Ma quale è la finalità di questo incontro? Attirare investitori occidentali in Cina, perchè investire nel Paese del Dragone Rosso significa investire sul futuro e Mercedes e BMW hanno risposto presente a questo appello. La Cina aderisce a un multilateralismo, promuovendo una globalizzazione economica inclusiva e partecipando attivamente alla governance economica globale e si impegna a costruire un’economia mondiale aperta. La Cina, in questo periodo dove non si fa altro che parlare di dazi e di rigidità, si pone in una posizione più che attrattiva per le imprese occidentali. Ne vedremo di tutti i colori nei prossimi mesi.