Il settore auto potrebbe essere di nuovo penalizzato dal Clean Industrial Deal, che punta tutto sulla decarbonizzazione. Ecco i particolari.
L’Europa vive un momento molto complicato dal punto di vista industriale, e tra le vittime di questa drammatica crisi c’è anche e soprattutto il settore automotive. Nel corso della settimana, la Commissione Europea ha svelto il Clean Industrial Deal UE, per sostenere la competitività dell’industria europea a favore della decarbonizzazione. Non si tratta di una nuova legge, o di un regolamento, ma è un’insieme di una serie di buone norme da seguire, in modo da favorire un ambiente più pulito.
Al momento, non è ancora chiaro ciò che occorrerà fare precisamente per rispettare queste indicazioni, saranno la Commissione, il Parlamento ed il Consiglio Europeo a decidere in tal senso, mentre il resto del mondo agisce e rischia di lasciare indietro il Vecchio Continente. Ma cosa succederà al settore automobilistico? Il Green Deal ha fallito in tutto e per tutto, ed ora tutto è rimandato al 5 di marzo, quando il commissario ai trasporti Apostolos Tzitzikostas presenterà il Piano d’azione automotive, che poi sarà analizzato dai tre enti sopracitati. In sostanza, in pochi giorni occorrerà chiarire dei punti che fanno discutere da anni, ed è chiaro che ciò sarà quasi impossibile.
Clean Industrial Deal, i rischi per l’automotive
L’Unione Europea, e questo non è certo un aspetto da nascondere, ha guidato al crollo del settore automotive con le sue folli leggi che prevedono il privilegio all’auto elettrica, distruggendo un settore sino a poco fa fiorente. L’incertezza per i clienti, una disoccupazione che avanza e regole poco chiare in chiave futura non possono ancora attendere, eppure l’Unione Europea, in un caos di questo tipo, non ha niente di meglio da fare che pensare al Clean Industrial Deal, senza affrontare i reali problemi di ogni giorno.

La Cina, nel frattempo, continua ad avanzare a grandi falcate nei nostri territori, mentre Donald Trump continua a minacciare dazi che darebbero la mazzata finale all’Europa. Ed Ursula von der Leyen non ha di meglio da fare, assieme al proprio manipolo di assistenti, che pensare a piani utili alla decarbonizzazione. A marzo sarà svelato un piano d’azione per l’industria automobilistica, ed uno per acciaio e metalli in primavera. L’obiettivo è quello di puntare sull’energia pulita, che sin qui non ha prodotto altro che disastri nel mondo delle quattro ruote. E difficilmente le cose andranno meglio.