Il marchio di lusso britannico, nelle mani del magnate canadese Lawrence Stroll, sta andando incontro a un periodo complesso.
La Aston Martin DB5 è entrata nella storia del cinema e nell’immaginario collettivo con “Agente 007 – Missione Goldfinger” nel 1964, dove ha fatto il suo esordio al fianco di Sean Connery. Questa Gran Turismo, prodotta dal 1963 al 1965 in collaborazione con la Carrozzeria Touring, ha subito conquistato il cuore degli spettatori con i suoi 286 cavalli e il suo design elegante. Realizzata in soli 1.023 esemplari, la DB5 è diventata un simbolo indissolubile della saga di James Bond.
Guidata da British Gentleman, sognata dai giovani e meno giovani, l’Aston Martin nonostante la fama derivata dalle pellicole, ha sempre mantenuto una produzione di poche migliaia di esemplari all’anno. Qualcosa è cambiato con l’avvento di DBX, il primo SUV della storia del brand britannico, e con i successivi investimenti del magnate canadese Lawrence Stroll che ha deciso di riportare il brand di Gaydon in F1. Per ora i risultati non sono stati in linea con le aspettative. Nonostante l’arrivo di un bicampione del mondo come Fernando Alonso, nel 2024, non ci sono state soddisfazioni nel circus. Per uscire dalla crisi in cui è piombata la squadra ha deciso di investire su una risorsa straordinaria come Adrian Newey, corteggiato anche da Ferrari, progettista più vincente della storia della massima categoria del Motorsport.
Venti freddi e contrari stanno soffiando sul futuro dei dipendenti del marchio inglese. Aston Martin ha annunciato una significativa manovra di riduzione dei costi, che comporterà un taglio del 5% della forza lavoro. L’annuncio arriva in un momento difficile, dopo che le perdite sono aumentate del 21% nell’ultimo anno, mentre le vendite hanno registrato un calo rispetto al 2023.
Si prevede che i tagli al personale colpiranno sia la sede centrale di Gaydon sia l’impianto di St Athan, in Galles. Una crisi del lusso e dell’automobile che coincidono in un periodo dove normative europee spingono i produttori verso auto elettriche ad impatto ambientale zero. Pertanto, oltre alla ristrutturazione aziendale, Aston Martin ha anche annunciato un ritardo nel lancio del suo primo veicolo 100% elettrico e il nuovo CEO Adrian Hallmark ha dichiarato che sarà un anno fondamentale per l’azienda che ha un debito cresciuto del 43%, toccando quota 1,16 miliardi di sterline, mentre le azioni hanno perso circa il 33% del loro valore nell’ultimo anno. All’orizzonte una missione da veri 007 per risollevare le sorti della più iconica auto della cinematografia dei film d’azione british.
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