Oggi torneremo indietro nel tempo, per parlarvi di una Ford che ebbe una storia davvero terribile. Ecco i particolari su questo modello.
La sicurezza è un aspetto fondamentale quando si parla di auto stradali, ed al giorno d’oggi, sono stati attuati importati correttivi per garantire il massimo da questo punto di vista. Soprattutto in Europa, è stato compiuto un enorme sforzo, con tutti i modelli che dal 2024 devono essere obbligatoriamente dotate degli ADAS, che hanno sicuramente comportato un aumento del prezzo d’acquisto. Questo aspetto era sicuramente meno centrale quando è stata prodotta la Ford di cui vi parleremo oggi, definita auto assassina.
Stiamo parlando, per chi non la conoscesse, della Ford Pinto, prodotta dal 1971 al 1980, e fu la prima vettura di categoria subcompact per il mercato nordamericano. Dal 1974 iniziò anche la produzione di una versione badge engineering, vale a dire la Mercury Bobcat. La versione più nota era una berlina tre porte, ma furono realizzate anche versioni coupé e shooting-brave familiari. La Ford Pinto, per i motivi che vedremo ora, fu un vero e proprio disastro, a seguito di gravi problemi di sicurezza, che erano anche conosciuti dal marchio di Detroit. Andiamo alla scoperta di questa nebulosa storia.
La fama di auto assassina la Ford Pinto se la guadagnò a dei gravi malfunzionamenti che furono causati da determinate mancanze in termini di sicurezza. Nello specifico, la vettura, quando veniva tamponata, andava quasi sempre ad incendiarsi. Inoltre, a causa delle deformazioni che il telaio, piuttosto debole nella sua conformazione, poteva subire, andava a bloccare le portiere, rendendo impossibile l’uscita dal veicolo. Bastava anche un impatto a bassissima velocità per poter provocare danni così irreparabili, mettendo a serio rischio la vita degli occupanti. Il difetto principale era legato alla posizione del serbatoio.
In maniera del tutto sconsiderata, il serbatoio fu posto tra il paraurti posteriore e l’asse posteriore, ed in caso di tamponamento, veniva spinto verso l’asse che aveva dei bulloni, che non venivano rifiniti ed erano sporgenti. La Ford Pinto diventava così un inferno di fiamme per via della perforazione del serbatoio, che lasciava fuoriuscire la benzina. Come anticipato, i vertici della casa dell’Ovale Blu erano a conoscenza del grave problema strutturale della Pinto, ma si decise di ignorare la situazione. La riprogettazione avrebbe avuto dei costi troppo elevati, ed era più conveniente risarcire le vittime degli inconvenienti.
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