Il colosso cinese vuole sfruttare un meccanismo ingegnoso per allargare la propria presenza sul mercato europeo. Ecco l’idea dei vertici della BYD.
Il 2025 si preannuncia come l’anno della consacrazione definitiva per il costruttore cinese BYD, che nel 2024 ha venduto quasi 4,3 milioni di veicoli in tutto il mondo. Numeri che lasciano intendere lo strapotere del brand che sul mercato interno è diventato il punto di riferimento assoluto, nonostante una super concorrenza di major.
La quasi metà delle vendite della BYD ruota intorno alle EV, attestandosi a 1,76 milioni nel 2024. L’obiettivo era sorpassare la Tesla che ha venduto, leggermente, in più nei 12 mesi dello scorso anno (1,79 milioni vetture alla spina). BYD ha il vantaggio di poter disporre di una gamma variegata e ha fatto faville anche nella filiera dei veicoli ibridi. La casa cinese ha smesso di produrre e vendere veicoli alimentati unicamente da motori a combustione interna.
Le auto totali vendute dalla BYD nel corso del 2024 sono state 4.272.145, in aumento del 41,26% rispetto al 2023: la maggior parte sono stati veicoli passeggeri (+41,07% rispetto al 2024) mente 21.775 unità sono stati veicoli commerciali (+89,17%). La BYD ha migliorato del 12,08% le vendite rispetto al 2023, consegnando 1.764.992 EV. E’ stato netto il passo in avanti anche circa le ibride plug-in, vendute da gennaio a dicembre 2024 in 2.485.378 esemplari, con un incremento del 72,83%. Oltre 3,5 milioni di consegne sono avvenute in Cina, ma anche all’estero i numeri sono stati positivi. La BYD ha venduto 417.204 veicoli nel 2024, con un aumento del 71,86% rispetto all’anno precedente.
La BYD ha avviato dei colloqui con altri costruttori del Vecchio Continente per sfruttare il “pooling”, il meccanismo che permette ai produttori di auto di unire le proprie flotte e quindi di ridurre i pesanti esborsi legati allo sforamento dei limiti alle emissioni. “Siamo in trattative, siamo sulla buona strada“, ha affermato Alfredo Altavilla, Special advisor per l’Europa del colosso cinese, durante la presentazione a Torino dell’Atto 2.
Il pooling permette di ridurre le multe e stabilire dai regolamenti dell’Unione Europea. In sostanza, i costruttori possono unire le flotte e mettere a fattore comune i rispettivi livelli di CO2: chi ha valori elevati può sfruttare chi è più “virtuoso” per abbassare la propria media e avvicinarsi ai requisiti o soddisfarli del tutto. L’alleanza con i competitor prevede il pagamento di oneri per l’acquisto di crediti verdi. La Tesla ha già formato un pool con diverse Case, tra cui Ford, Mazda, Stellantis, Subaru e Toyota. Un altro consorzio è formato dalla Mercedes-Benz e dalla cinese Geely, con Polestar, Smart e Volvo in prima linea.
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