Chi ha investito, massicciamente, sulle auto elettriche negli anni scorsi oggi sta pagando un prezzo molto elevato. Stanno saltando molti posti di lavoro.
Era palese a tutti i puristi dell’automobile che una volta finito l’hype iniziale per le auto elettriche sarebbero stati dolori per i major che avevano fatto all-in su questa tecnologia. Le auto elettriche nel 2025 sarebbero dovuto essere presentate come una valida alternativa, ma non con una imposizione. Probabilmente sarebbero state percepite in modo migliore e oggi se ne vedrebbero di più in giro. Al contrario tutto quello che l’uomo vede come un comando provoca la reazione contraria.
Con un tocco di presunzione i burocrati di Bruxelles avevano creduto che milioni di automobilisti abituati a vetture termiche da sogno avrebbero accettato il compromesso di guidare costosissime vetture alla spina. Il problema non ruota solo intorno all’assenza di sound. Il piacere di guida di una EV non sarà mai paragonabile a una vettura a benzina o diesel, ma anche ibrida. Il peso enorme delle batterie la rendono poco godibile nei tratti misti e il prezzo non è destinato a calare. Con una carenza di colonnine, inoltre, solo un progressista green del Nord Europa potrebbe guidarle senza patemi.
Sul piano lavorativo già tantissimi sono in difficoltà. Porsche, in base alle ultime indiscrezioni di Reuters, è pronta a tagliare 1.900 posti di lavoro nei prossimi anni in varie sedi in tutta la Germania. L’anno scorso, il produttore di auto sportive non ha rinnovato i contratti per 1.500 lavoratori a tempo determinato e altri 500 stanno per terminare il loro accordo. Una situazione drammatica che coinvolge tante altre aziende.
Il nuovo piano di sopravvivenza “comporterà il taglio di altri 1.900 posti di lavoro in tutta l’azienda nei prossimi anni”, ha affermato un portavoce. Il brand, appartenente al Gruppo Volkswagen, ha avuto un netto calo di vendite di auto alla spina.
I lavoratori dello stabilimento di Stoccarda-Zuffenhausen e del suo centro di ricerca a Weissach sopporteranno il peso dei tagli. La notizia arriva poco dopo la sfida della VW per non chiudere le fabbriche in Germania, evento mai accaduto nella storia. Tuttavia sono previsti tagli in futuro e sul colosso di Wolfsburg sta calando l’ombra della Cina interessata a rilevare diversi impianti in Germania.
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