In casa BMW non sono tempi facili, così come per la gran parte dei brand impegnati nel settore automotive. Ora è scattato lo sciopero.
La crisi del settore automotive è sempre più grave, ed a farne le spese sono ovviamente i lavoratori, come abbiamo ormai compreso anche nel nostro paese. La notizia del giorno riguarda lo sciopero prolungato da parte dei lavoratori della BMW, in particolare, quelli impiegati presso lo stabilimento di Hams Hall, situato in Inghilterra, a Birmingham. L’obiettivo è molto chiaro, vale a dire riuscire ad ottenere degli stipendi più elevati.
Non si tratta di uno sciopero dalla durata di qualche giorno o di al massimo poche settimane. Infatti, i lavoratori BMW hanno fatto sapere di voler restare fermi per i mesi di febbraio, marzo ed aprile, causando non pochi disagi alla produzione della casa di Monaco di Baviera. Alla base ci sarebbe il fallimento di alcune trattative per quanto concerne l’aumento salariale riguardante l’anno 2025. Entriamo più nei dettagli di una vicenda che si sta facendo spinosa.
BMW, sciopero da parte dei lavoratori
La BMW è dunque alle prese con un manipolo di dipendenti determinati e che non vogliono fare passi indietro, stanchi di dover lavorare senza veder rispettati i loro diritti. Secondo quanto riportato dal sindacato noto come Unite, il 90% dei dipendenti ha voluto prendere parte alla protesta, in modo da far capire al meglio come la pensa al colosso bavarese. Il confronto tra i lavoratori ed il costruttore va vanti da 12 mesi, ma non ha portato ad una soluzione che potesse accontentare entrambe le parti. Lo sciopero è deleterio per la produzione del brand, dal momento che ad Hans Hall si producono i gruppi motori delle auto tedesche ed anche delle MINI, che fanno parte del gruppo.
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I componenti assemblati qui sono poi spediti in altri luoghi, come gli stabilimenti in Germania, in Austria ed in quello di Oxford. Unite ha più volte accusato la BMW di aver tenuto un comportamento contraddittorio non avendo accontentato i dipendenti con un aumento di stipendio, dopo aver dichiarato, in un primo momento, che lo avrebbe concesso. Secondo il sindacato, c’è anche il problema legato ad una disparità di trattamento tra coloro che lavorano ad Hans Hal e quelli impiegati ad Oxford. Questi ultimi, in base a quanto emerso, avrebbero ricevuto un aumento di stipendio, scatenando le ire dei colleghi che hanno voluto scioperare.