La FIAT ha realizzato motori straordinari che hanno mosso milioni di automobilisti nel mondo. Scopriamo le caratteristiche di un iconico propulsore del passato.
I più esperti ricorderanno il motore bialbero FIAT. Venne realizzato dalla Casa torinese e dalla Lancia dal 1966 al 2000. Il nome derivava dall’installazione di due alberi a camme sul sistema di distribuzione. L’idea nacque a Aurelio Lampredi. Venne lanciato sulla Fiat 124 Sport Spider, il bialbero di 1438 cm³ apparve futuristico in quanto per il comando degli alberi a camme usava una cinghia dentata in gomma.
Era già al debutto futuristico e vennero prodotte cilindrate comprese tra i 1297 e i 1995 cm³ e anche un 2111 cm³ per la Lancia Rally 037 Evoluzione e l’ampia gamma FIAT, Lancia, Morgan e Alfa Romeo. La Casa del Lingotto divenne pioniera di questa tecnologia. I soli due principali motori bialbero presenti nella produzione europea erano stati il 4 cilindri Alfa-Romeo e il 6 cilindri in linea Jaguar, ma entrambi con comando distribuzione a catena interna.
Inoltre, sulle FIAT 1500 S e 1600 S erano già stati montati dei motori bialbero concepiti dalla OSCA, basandosi sul motore 1500 aste e bilancieri della FIAT. La casa torinese sfruttò la tecnologia per investire nello sviluppo di un monoblocco del motore 124 ad aste e bilancieri montato sulla Fiat 124 normale e Special, di cui inizialmente manteneva la cilindrata di 1438 cm³ essendo superquadro.
Le caratteristiche del motore bialbero FIAT
Presentava alberi a camme in testa agenti direttamente sulle valvole con punterie a bicchiere e regolazione con piattelli intercambiabili; albero motore con cinque supporti di banco; alberi a camme comandati da una cinghia dentata in gomma, con armatura di acciaio; testata polisferica in alluminio; valvole di grosso diametro disposte con angolatura tra loro di 65° e due lunette nei pistoni per l’alloggiamento delle valvole completamente aperte.
Tutte le versioni del motore furono create sullo stesso basamento. Furono realizzate anche versioni a iniezione, sovralimentate, a quattro valvole per cilindro, con contralberi d’equilibratura. Una prima famiglia di motori bialbero nacque dal basamento di alesaggio di 80 mm., con cilindrate di 1438 cm³ (corsa 71,5 mm) e 1608 cm³ (corsa 80 mm): dopo la fine della produzione della “125” il motore 1.6 sviluppò 1592 cm³ (corsa 79,2 mm). La Lancia Delta S4 invece, contrariamente alle dicerie, non utilizzava un’evoluzione del bialbero Lampredi. Quest’ultimo era molto rumoroso e venne sostituito dai motori famiglia B, che comprendevano propulsori a benzina, diesel e i noti Twin Spark dell’Alfa Romeo.