La FIAT, in passato, ha realizzato anche auto sportive di alto livello. Oggi il listino è privo di modelli audaci che inneggiano al racing.
C’era una volta una FIAT diversa, improntata sempre sulle utilitarie ma anche alla sportività nuda e cruda. Gianni Agnelli amava le auto da corsa e aveva messo in primo piano dei progetti che poi divennero realtà. I puristi del brand torinese oggi avvertono l’assenza di auto pepate che possano anche far divertire. Alla fine degli anni ’60 la FIAT aveva l’esigenza di lanciare una biposto di altissimo spessore.
La storia della X1/9 si lega a filo doppio all’amore degli americani per le auto italiane a due posti. Le vetture nostrane erano un punto di riferimento oltreoceano. Non solo Ferrari, Maserati e Lamborghini stupivano il mondo con gioielli iconici, ma anche FIAT, Lancia e Alfa Romeo divennero tra i brand più amati all’estero. Nel 1969, al Salone dell’Auto di Torino, la X1/9 venne svelata davanti a una platea estasiata. Realizzata da Marcello Gandini, creatore della Lamborghini Miura, Espada, Urraco e Countach, oltre all’Alfa Romeo Montreal, la Lancia Stratos e la Ferrari GT4, divenne un masterpiece.
FIAT, il progetto della X1/9
L’auto venne proposta sulla base di questa idea con un motore centrale, prendendo il posto della 850 Spider. La meccanica della FIAT 128 Coupé venne spostata al posteriore. La X1/9, affiancandosi alla 124 Spider, divenne la diretta competitor della Volkswagen Porsche 914. La piccola targa torinese con tetto rimovibile aveva un design distintivo. Lunga 3,83 metri, larga 1,57 e con una altezza di 1,17 metri la X1/9 aveva prestazioni di spessore. Il sito web Dazeroa100.com ha stilato una classifica in cui ha reso note le 10 FIAT più belle di tutti i tempi. Sua cugina era la Lancia Stratos.
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Grazie ad un motore a 4 cilindri in linea, nella prima versione, 1300 cm3 con 75 cavalli raggiungeva la velocità massima di 170 km/h. La X1/9 aveva sospensioni indipendenti con bracci trasversali oscillanti, freni a disco, molle elicoidali e ammortizzatori idraulici telescopici. Nel ‘78 arrivò l’aggiunta della quinta marcia e un paraurti più ampio. Con il nuovo motore 1498 cm3 da 85 cavalli la FIAT raggiunse i 185 km/h con uno scatto da 0 a 100 in 10 secondi. Sul mercato americano segnò un’epoca. Furono gettate le basi del successo commerciale della Barchetta. Altra vettura di cui i puristi sentono la mancanza.