La Lamborghini è finita da tempo sotto la gestione dell’Audi, ma esiste una divisione che è rimasta pienamente italiana. I dettagli.
La crescita messa in mostra negli ultimi anni si è concretizzata nel 2024 per la Lamborghini, orgoglio italiano e punto di riferimento per il mercato delle supercar. Sono state ben 10.687 le auto vendute dalla casa di Sant’Agata Bolognese, record assoluto nella storia del Toro, che si gode un momento esaltante, che va del tutto all’opposto rispetto all’andamento del mercato delle quattro ruote. Le supercar, come dimostrano anche i numeri della Ferrari, fanno valere un discorso a parte, ed i marchi italiani se la godono.
L’obiettivo della Lamborghini è quello di puntare del tutto sui veicoli elettrificati, ed uscita di produzione la Huracan, vengono vendute solamente auto Plug-In Hybrid. La gamma è ora composta dalla Revuelto, dalla Urus SE e presto arriverà anche la Temerario, colei che è stata svelata in estate e che rimpiazzerà la sopracitata Huracan, dicendo però addio al portentoso motore V10 e sostituendolo con un V8 sovralimentato ibrido. Nelle prossime righe, usciremo dal discorso automobilistico, per raccontarvi la storia di una divisione della casa emiliana che è ancora totalmente italiana.
La Lamborghini è stata acquistata nel 1998 dall’Audi, in un momento in cui era in grande difficoltà finanziaria, ed è tuttora di proprietà del colosso di Ingolstadt, che ha in seguito preso anche la Ducati. Pur essendo una casa totalmente italiana, quella di Sant’Agata Bolognese ha una forte influenza tedesca, ma c’è anche una divisione da cui la casa dei quattro anelli è rimasta del tutto esclusa. In molti potrebbero restare molto sorpresi da questa scoperta, ma vi garantiamo che è tutto vero.
Infatti, la Lamborghini Trattori è totalmente italiana e non ha nulla a che vedere con l’Audi. Venne fondata ben prima della divisione automobilistica, visto che ebbe i propri natali nel 1948, con la sede a Cento, nella provincia di Ferrara, in Emilia-Romagna. Si occupa di produrre trattori e prodotti agricoli, e la fondazione avvenne per mano di Ferruccio. Nacque ben 15 anni prima della casa che divenne poi famosa in tutto il mondo per le sue supercar, e dal 1973 è parte del gruppo SAME, restando italiana totalmente. Fa parte delle eccellenze del settore.
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