Continuano ad arrivare notizie molto negative sul fronte del settore auto. Un altro gigante è infatti in fallimento, ecco i dettagli.
La situazione del mercato automobilistico europeo è ormai in caduta libera, e difficilmente ci sarà una vera e propria ripresa. Una delle notizie più clamorose degli ultimi giorni è relativa alla possibile vendita di stabilimenti Volkswagen a marchi cinesi, ed il più indiziato sarebbe quello di Osnabruck. Si tratta di uno di quei siti di produzione di auto del brand tedesco, ovviamente situato in Germania, che era in odore di chiusura, ma le cui attività non sono state cessate grazie ad un accordo trovato in extremis con i sindacati.
L’obiettivo sarebbe anche quello di risparmiare sui dazi imposti a chi produce auto in Cina, il che significa che, in breve tempo, i brand del paese del Dragone potrebbero iniziare a produrre veicoli sul suolo europeo. Lo scenario è da incubo, ma visto il crollo verticale delle vendite della gran parte dei costruttori del Vecchio Continente, non è troppo lontano dalla sua realizzazione. Un altro gigante che si occupa della produzione di componenti tedesco ha appena annunciato la bancarotta, giusto per confermare la grave situazione del settore.
Dopo il fallimento della tedesca Gerhardi e dei migliaia di licenziamenti annunciati da Schaeffler e da Bosch, è arrivata dalla Germania un’altra pessima notizia. La Volt ha presentato istanza di insolvenza a causa delle continue sofferenze economiche, ed il tribunale distrettuale di Saarbucken ha ufficialmente accolto la richiesta. La vicenda fallimentare sarà ora gestita da Martin Kaitwasser, che lavora per lo studio legale Liser. La situazione è precipitata proprio in questi ultimi mesi, a cavallo tra 2024 e 2025, dal momento che la salvezza dell’azienda passava per la cessione ad una società cinese, la Chongqing Millison Technologies.
Dunque, ancora una volta la sopravvivenza di una gloriosa società europea passava dall’acquisto di un colosso cinese, e saltato questo, non c’è stata più speranza. La dirigenza è ora costretta ad accedere a strumenti di protezione previsti dalla Germania, andando a presentare l’istanza di insolvenza in autoamministrazione. In questo modo, l’azienda viene protetta dalle richieste dei creditori, e potrà pagare gli stipendi e provare a sostenere un piano di rilancio. Vedremo se esso andrà a buon fine o meno, ma la situazione del settore auto europeo è sempre più difficile. E risalire non sarà facile.
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