L’industria tedesca delle quattro ruote sta vivendo una fase di crisi molto profonda. Un altro importante gruppo è finito in bancarotta.
Lo spettro della crisi ha investito anche la locomotiva tedesca che ha sempre trascinato l’intera Europa nel nuovo millennio. Ora persino il gigante teutonico piange. Si sta sgretolando tutto ad un ritmo velocissimo e l’avanzata cinese in Europa non si arresterà nei prossimi anni. I nuovi brand asiatici stanno fagocitando un mercato dove varrà la legge del più forte. In Germania hanno, completamente, sbagliato approccio sull’elettrico. Dopo grandi proclami sono arrivate delle delusioni enormi in Casa VW e passi indietro.
Il numero di fornitori in difficoltà, in Germania, è crescente. Mbw-Gruppe, azienda specializzata nella finitura superficiale dei metalli con sede a Rheinmünster (Baden-Württemberg) e stabilimenti a Lichtenau (Baden-Württemberg), Einbeck (Bassa Sassonia), Mühlhausen e Sömmerda (Turingia) e Hartha (Sassonia) è in atroci difficoltà. Mbw-Gruppe è stata costretta a presentare al tribunale distrettuale di Baden-Baden l’istanza di insolvenza e i giudici hanno accolto la richiesta, determinando la curatela fallimentare a Dirk Pehl dello studio legale Schultze & Braun.
Per ora 320 dipendenti del Gruppo Mbw saranno tutelati dalle indennità previste dalle normative tedesche fino alla fine del mese di febbraio. L’azienda avrà la protezione da eventuali richieste dei creditori. In sostanza il futuro di tantissime famiglie sarà in bilico. Occorrerà risanare l’azienda, a partire dalla ricerca di un potenziale investitore, industriale o finanziario, interessato a rilevare l’intero gruppo. Non sarà affatto facile in questa fase di profonda crisi generale dell’industria delle quattro ruote. La procedura d’insolvenza non limita le attività produttive e il curatore fallimentare ha già garantito il rispetto delle commesse finora acquisite. La crisi sta colpendo anche la filiera italiana.
Persino major come Bosch, Continental, Schaeffler o ZF sono in flessione. Tali sofferenze sono dovute dagli “oneri finanziari legati all’aumento dei costi dei materiali, dell’energia e del personale”. Mbw è finita in crisi a causa dei rincari del gas e dell’elettricità e dai sempre più stringenti requisiti per raggiungere la neutralità climatica.
“Nel complesso, questi vari aumenti dei costi sui nostri clienti sono stati trasferiti sui clienti solo in parte e non sono stati compensati da un’espansione delle attività – ha annunciato l’amministratore delegato Vanessa Schmidt, come riportato su Quattroruote.it – Il sottoutilizzo degli impianti e gli oneri che gravano ancora sulla nostra azienda fanno sì che la nostra situazione di liquidità sia ora molto tesa e che non saremo più in grado di far fronte ai nostri obblighi di rimborso dei crediti nel prossimo futuro. Questo ci ha costretto a presentare istanza di insolvenza per poterci riposizionare sfruttando gli strumenti del diritto fallimentare e al contempo per trovare partner che ci forniscano capitali freschi”.
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