Il gruppo Stellantis ha chiuso un 2024 da incubo, ma i guai non sono ancora finiti. Ecco l’annuncio che preoccupa anche la Turchia.
Il mercato dell’auto sta vivendo anni difficili, una crisi che non ha precedenti per quanto concerne questo settore, che miete vittime mese dopo mese. Il 2024 è stato un anno a dir poco terribile per il gruppo Stellantis, il peggiore in assoluto da quando esiste il gruppo, formatosi nel gennaio del 2021 con la fusione tra PSA ed FCA. Le vendite e gli utili, come purtroppo ormai ben noto, sono crollate, fruttando licenziamenti, chiusure e stop temporanei di stabilimenti, che hanno portato ad una situazione di crisi dalla quale sarà molto complesso riuscire ad emergere in poco tempo.
Il primo di dicembre scorso si è dimesso il CEO Carlos Tavares, con il sostituto che non verrà annunciato prima della fine del primo semestre del 2025. Dunque, Stellantis è in piena fase di ristrutturazione, e c’è bisogno di una svolta rapida per evitare di affondare. Nel frattempo, anche in Turchia è scattato un vero e proprio allarme licenziamenti, per via della crisi che sta vivendo una celebre joint venture. Il numero dei lavoratori, come andremo a scoprire a breve, sta diminuendo con una frequenza che fa paura.
In pochi conosceranno questo brand, ma quanto sta accadendo sottolinea, semmai ce ne fosse bisogno, la globalità della crisi che sta vivendo Stellantis. Infatti, Tofas, joint venture turca tra Koc Holding e la holding multinazionale olandese, ha fatto sapere che procederà alla riduzione del personale, che è già sceso a 4.593 unità, con un calo del 13% rispetto a novembre e del 15% rispetto a settembre, chiaramente del 2024. Solo pochi mesi fa i lavoratori erano 5.286, e la situazione sta peggiorando di mese in mese.
La Tofas ha fatto sapere che i tagli riguardano alcuni pensionamenti, ma anche delle dimissioni volontarie ed alcune risoluzioni contrattuali, con l’obiettivo di pianificare nuovamente la produzione. Ai lavoratori interessati sarà corrisposta una cifra di 9 milioni di dollari come compensazioni previste dalla legge, e tutto ciò che sta accadendo è ovviamente legato al crollo di Stellantis, ma anche alla modifica delle aliquote fiscali che ha aumentato la pressione sulle aziende. Sono inoltre scaduti i contratti di produzione con modelli come la FIAT Doblò ed il Fiorino, veicoli commerciali di una certa rilevanza per il gigante del settore automotive.
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