Il gruppo Stellantis ha un altro problema non da poco da affrontare, e sarà costretto a pagare una maxi multa. Ecco tutti i dettagli.
Un 2024 da incubo si sta concludendo nel peggiore dei modi per il gruppo Stellantis, che proprio in questi ultimi giorni del mese di dicembre ha annunciato diverse notizie non proprio negative. Sono stati ufficializzate ben cinque campagne di richiamo per alcuni modelli, tra i quali rientrano anche le nostre Alfa Romeo Giulia e Stelvio, senza dimenticare i guai passati anche dalla gamma Jeep negli USA e dal marchio Ram, protagonista sempre oltreoceano.
La holding multinazionale olandese ha perlomeno risolto il problema del motore 1.2 PureTech che da tempo dava noie ai clienti, e presto saranno riparati anche i tanto discussi airbag Takata, che hanno causato oltre mezzo milione di richiami tra Citroen C3 e DS3 prodotte tra il 2009 ed il 2019, finite sotto accusa per il malfunzionamento di questo dispositivo. Tutto finito? Nemmeno per sogno, dal momento che il gruppo Stellantis ha ora subito una multa non proprio indifferente per via di alcune emissioni eccessive dei propri motori diesel. Non si tratta di certo di un dieselgate, ma è comunque una problematica che, al giorno d’oggi, fa molto discutere.
Al giorno d’oggi, l’attenzione è alle stelle per tutto ciò che c’è attorno alle emissioni inquinanti dei veicoli, con i vari costruttori che sono tenuti a rispettare alla lettera i limiti imposti dagli enti governativi. Stellantis dovrà ora pagare una multa di 4,2 milioni di dollari per emissioni eccessive dei motori 3.0 diesel che equipaggiano i Ram ProMaster 1500, 2500 e 3500 ed è una sanzione che, ovviamente, riguarda i modelli venduti negli Stati Uniti d’America. Tra FCA US LLCC ed il California Air Resources Board è stato raggiunto questo accordo economico per la violazione delle normative sulla qualità dell’aria in questo stato.
Sono incluse, inoltre, delle misure utili a risolvere l’irregolarità sulle emissioni dei motori diesel finiti sotto accusa. Questi motori erano equipaggiati, secondo l’accusa, con dei dispositivi accessori non autorizzati, che avrebbero così alterato il comportamento del sistema di controllo delle emissioni. In base a quanto emerso, i motori del gruppo Stellantis avevano rilasciato un totale di 55 tonnellate di ossidi di azoto in eccesso nell’atmosfera.
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