I ribelli siriani hanno pubblicato un video in cui fanno vedere il parco auto dell’ex presidente siriano Assad. Ecco cosa hanno trovato.
Ha fatto scalpore nelle scorse ore il blitz dei ribelli siriani, che nel volgere di poche ore hanno dato l’assalto a Damasco e fatto cadere il regime di Bashar Al Assad. Il presidente, al potere per 24 anni, è scappato repentinamente con la sua famiglia in Russia, secondo quanto affermato da un portavoce di Mosca. E ora per la Siria si apre un nuovo futuro, che al momento appare alquanto incerto.
Ma a fare scalpore è stato anche quanto ritrovato nel palazzo presidenziale dalle guardie ribelli. Una scoperta che i gruppi armati che hanno fatto irruzione nella sua residenza, ormai vuota, hanno voluto filmare e rendere pubblica, postando sui social le immagini. Che in breve tempo hanno fatto il giro del mondo. E riguarda il patrimonio di Assad.
Dalle Mercedes alle Ferrari: le auto di Assad
Il patrimonio della famiglia Assad sarebbe di circa 2 miliardi di dollari, stando a una stima del National Defense Authorization Act 2022 del Congresso degli Stati Uniti. E sono distribuiti e nascosti in numerosi conti, portafogli immobiliari, società e paradisi fiscali offshore. Ma a farne parte è anche il suo incredibile parco auto, scoperto dai ribelli siriani.
Sono decine le macchine in suo possesso, tutte chiuse in un enorme capannone nella sua residenza. E spuntano dei classici per il mondo orientale, come le versioni in stile Jeep di alcuni grandi marchi come Ford, Chrysler, Mercedes e BMW, ma anche delle berline lussuose come Cadillac, Rolls-Royce, Aston Martin. Ma in mezzo a tutto questo lusso non potevano mancare alcune sportive doc come Ferrari e Lamborghini.
Nello specifico nel video spunta una ormai rarissima Ferrari F50, spider con tetto rigido asportabile costruita in serie limitata di soli 349 esemplari tra il 1995 ed il 1997 per celebrare il 50º anniversario di fondazione della casa di Maranello. Fu il primo modello della Rossa con telaio realizzato, come nelle F1, in materiali compositi di carbonio (con oltre duemila ore di lavoro in galleria del vento), che montava il 12 cilindri a V stretto derivato da quello della 640 F1 di Nigel Mansell della stagione 1989.
E poi ecco apparire una vecchia Lamborghini Diablo, una delle stelle della casa italiana, prodotta tra il 1990 e il 2001, che aveva sotto il cofano un motore V12 da 5,7 litri di cilindrata e quasi 500 CV, capaci di portare la vettura fino a 325 km/h, la velocità più alta fino ad allora registrata per una autovettura di serie. Due modelli che, se messi all’asta, varrebbero una fortuna. Ma che, a naso, potrebbero fare purtroppo una brutta fine.