L’auto più pericolosa della storia? E’ questo mostro francese, era una vera e propria macchina della morte

Un’auto dalla pericolosità fuori del comune, ma entusiasmante. Chi avrebbe più il coraggio di assicurarla?

Le strade di Parigi negli anni ’20 erano un posto strano. Mentre le prime automobili arrancavano a passo d’uomo, un eccentrico progettista di aerei stava per scrivere una delle pagine più assurde della storia dei motori. Marcel Leyat aveva un’idea fissa: portare il volo sulla terra.

L'auto più pericolosa della storia? E' questo mostro francese, era una vera e propria macchina della morte
Auto francese – Derapate.it

Non era uno sprovveduto – durante la Grande Guerra aveva progettato bombardieri per l’aviazione francese e aveva sfiorato l’impresa di attraversare la Manica in volo. Ma quando un rivale gli soffiò il primato, decise di cambiare strada. Letteralmente.

Un mostro con l’elica

La sua creazione più folle si chiamava Hélica. Un nome poetico per quella che era, in sostanza, una trappola mortale su quattro ruote. Niente motore normale, niente cambio – solo un propulsore da otto cavalli che faceva girare un’enorme elica montata sul davanti. L’abitacolo sembrava rubato a un aereo: tutto in legno leggero, come una scatola di fiammiferi con le ruote.

Era leggera come una piuma, appena 250 chili. E proprio per questo volava sulle strade come una scheggia impazzita. Nel ’27, sulla pista di Montlhéry, toccò i 171 all’ora. Oggi può sembrare poco, ma provate a immaginare cosa significasse quella velocità quando le altre auto andavano al passo di un cavallo stanco.

Il rumore dentro era assordante, come stare in una centrifuga. I comandi? Un incubo anche per i piloti più esperti. Ma il vero problema era fuori. Quell’elica sul muso era protetta solo da qualche sottile barra di metallo. Un pedone distratto rischiava di fare una brutta fine, trasformato in coriandoli da quel tritacarne volante.

Eppure, incredibile ma vero, la Hélica trovò trenta temerari disposti a comprarla. Trenta pazzi che sfidavano la sorte ogni volta che giravano la chiave. Il progetto andò avanti fino al ’27, quando anche il più ottimista dovette ammettere che forse non era una grande idea far girare un’elica gigante per le strade cittadine.

La storia della Hélica fa sorridere, ma dice molto sulla follia creativa di quegli anni pionieristici. Erano tempi in cui tutto sembrava possibile, anche le idee più assurde trovavano spazio. Come un bambino che disegna un’auto volante, Leyat aveva osato immaginare qualcosa di completamente nuovo.

Oggi quelle tre ruote e quell’elica assassina ci sembrano una pazzia. Ma in fondo, non è così diverso dai moderni sogni di auto volanti. La differenza è che ora sappiamo che certe idee è meglio lasciarle nel cassetto, almeno finché la tecnologia non sarà pronta. O forse no – forse abbiamo solo perso quel pizzico di follia che rendeva tutto possibile. La Hélica resta lì, come un monumento alla creatività sfrenata, a ricordarci che a volte le idee più pericolose sono anche le più affascinanti.

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