Luca Cordero di Montezemolo torna a parlare della difficile situazione della produzione auto in Italia, citando il caso della FIAT.
L’industria automobilistica italiana è quasi morta del tutto, e ciò è ben chiaro se si pensa alla produzione ormai ridotta al lumicino nei nostri stabilimenti. Il gruppo Stellantis ha portato quasi tutto all’estero, come si capisce dai luoghi in cui nascono le FIAT attualmente in gamma. La nuova Grande Panda nasce in Serbia, a Kragujevac, mentre la 600 è prodotta a Tychy, in Polonia. La Multipla attesa per il 2026 vedrà la luce a Kenitra, in Marocco, ed anche per gli altri brand italiani di Stellantis la situazione è molto simile.
In tal senso, Luca Cordero di Montezemolo è tornato a tuonare contro le scelte di Stellantis, affermando, neanche in maniera troppo velata, che quanto fatto in questi ultimi anni ha distrutto il nostro reparto automotive. Montezemolo, ex presidente della Ferrari e di Confindustria, ha da tempo posto l’accento sulla morte della nostra automobile, nonostante i tantissimi soldi che lo stato ha garantito in passato alla FIAT. La speranza è che le cose ora possano cambiare, ma potrebbe essere troppo tardi.
Montezemolo, la sua visione sulla situazione è chiara
Parlando al “Corriere della Sera“, Luca Cordero di Montezemolo è tornato sulla difficile situazione dell’industria automobilistica italiana: “Nel 2022 fui il primo ad affermare che l’auto italiana non esisteva più, eccetto la Ferrari, e per tutta risposta, sindacati, governo ed opposizione mi riservarono un’identica ritrosia quando chiesi perché ai tempi del governo Conte 2 era stato fatto un prestito ad FCA, poco prima della fusione con Peugeot. Il valore era di ben 6,3 miliardi di euro, vennero presi accordi precisi, del tutto disattesi. Erano soldi che il governo aveva erogato per difendere il lavoro, ed invece, era stato utilizzato per una divisione degli utili di 5 miliardi di euro a favore dell’azionista“.
In seguito, Montezemolo ha sottolineato che la FIAT sta ormai producendo tutte le sue auto fuori dall’Italia: “Perché John Elkann non si è opposto a Carlos Tavares quando si decise di costruire in Polonia la nuova FIAT 600? Scelta presa quando Mirafiori era ferma, come ora, con gli operai in cassa integrazione. Tutti gli investitori sono ormai impegnati in continui investimenti in Marocco, esaltando le facilitazioni dedicate all’industria automobilistica in quella nazione. Il nostro paese è riconosciuto per essere il maggior produttore di componenti per veicoli e tutti lo sanno“.