Circa un mese fa era stata annunciata la fine degli incentivi auto per il 2025 in Italia, ma ora le cose potrebbero cambiare. I dettagli.
Da diversi anni a questa parte, sull’acquisto di un veicolo nuovo, in Italia come in altri paesi, sono stati messi a disposizione i famosi incentivi auto, nella speranza di riuscire ad aiutare la ripresa del mercato. In sostanza, viene applicato uno sconto sul prezzo d’acquisto di un veicolo da immatricolare, che sia esso elettrico, ibrido, ma anche a benzina o a gasolio. Per la prima categoria è previsto lo sconto maggiore, andando poi a scendere man mano che ci si avvicina verso le motorizzazioni termiche.
C’è da dire che, in termini di auto elettriche, l’Ecobonus aveva dato sicuramente una mano, visto che il mese di giugno (quello in cui sono stati messi a disposizione gli incentivi auto 2024) è stato quello in cui ne sono state immatricolate di più. Tuttavia, ed è una notizia di ormai qualche settimana fa, il governo presieduto da Giorgia Meloni ha deciso di stoppare gli incentivi in chiave 2025, non certo il massimo per un mercato delle quattro ruote che sta già andando verso la paralisi. Ma qualcosa potrebbe cambiare.
Sgomberiamo subito il campo dagli equivoci: di incentivi auto per i clienti non ce ne saranno più, il che significa che i nuovi sconti di cui si sta parlando non sono previsti per chi andrà ad acquistare, per il consumatore insomma. Tuttavia, si sta pensando ad una sorta di incentivo per aiutare la crescita dell’industria automobilistica, che in Italia, se non è ancora morta, poco ci manca. In sostanza, l’Ecobonus verrà riservato ai gruppi che produrranno auto nel nostro paese, come ha fatto intendere il ministro Adolfo Urso in queste ultime ore: “Proveremo ad avvicinarci il più possibile a ciò che è stato tagliato per il 2025“.
Il governo, dunque, starebbe valutando un incentivo per circa 2.200 aziende, che comprendono ovviamente anche i produttori di componenti, ma si parla di un massimo di 200 milioni di bonus. In questi ambienti, è chiaro che non si tratti di una cifra troppo elevata, a fronte dei miliardi che venivano stanziati in passato. A questi 200 milioni se ne andrebbero ad aggiungere altrettanti residui del fondo, oltre ad altri 240 rimasti dai vecchi piani per gli Ecobonus. In conclusione, si parla anche di 500 milioni in più per i contratti di sviluppo relativi ai settori di transizione. La speranza è quella di poterli raddoppiare dopo un tavolo con la Commissione Europea. Presto avremo maggiori dettagli in merito.
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