Come un fulmine a ciel sereno, nella serata di domenica è stato comunicato l’addio di Carlos Tavares a Stellantis. Ecco tutti i motivi.
La sensazione è quella di una bolla che stia per scoppiare, con il settore automotive pronto per regalarci qualche sorpresa in ogni istante. Domenica sera sono arrivate le dimissioni di Carlos Tavares dal ruolo di CEO di Stellantis, a seguito di una riunione straordinaria con il Consiglio di Amministrazione, alla quale era presente anche il presidente John Elkann. Al termine di alcune consultazioni, le dimissioni del top manager portoghese sono state accettate, ed il nuovo amministratore delegato, secondo l’annuncio della holding multinazionale olandese, sarà svelato entro metà 2025.
Il terremoto che ha investito Stellantis ha fatto rumore in tutto il mondo, e fa seguito ad un’annata da incubo per il gruppo, che ha perso su tutti i mercati a causa di un crollo inquietante ed inesorabile delle vendite. Gli unici brand che tengono botta sono Peugeot e Citroen, ma tutti gli altri, compresi quelli italiani, appaiono in caduta libera. Ma a questo punto, cerchiamo di capire quali sono state le ragioni che hanno portato Tavares a salutare Stellantis, una decisione che sicuramente continuerà a far rumore ancora per molte settimane.
Stellantis, ecco perché Tavares ha detto basta
Si parlava da tempo di un possibile addio di Carlos Tavares al gruppo Stellantis, e dopo mesi di voci, è arrivata la conferma. Secondo quanto emerso, uno dei principali fattori che c’erano tra il manager portoghese ed il Cda era relativo alla strategia da lui scelta sull’elettrico. Si tratta di una mossa contraria a quella delle case cinesi, che puntava, anziché sull’aumento delle vendite, su un continuo taglio dei costi, opponendosi anche alla volontà di Acea, una sorta di Confindustria europea che riguarda il mondo delle quattro ruote, alla guida della quale c’è Luca de Meo.
Acea aveva intenzione di chiedere un rinvio delle nuove regole sulle emissioni previste per il 2025, ma Tavares si era detto del tutto contrario, spingendo invece per una conferma delle norme, per le quali, a suo parere, Stellantis era pronta ad adeguarsi. Non vanno dimenticati i contrasti con il Governo italiano che hanno tenuto banco per tutto il 2024, specialmente con il Ministro Adolfo Urso, per questioni come la richiesta di continui incentivi, unita alla scarsa produttività che la holding ormai garantiva all’Italia.
A tutto questo, ovviamente, c’è da aggiungere il fallimentare risultato raggiunto in termini di vendite, con un crollo epocale che si è registrato nel 2024. Stellantis, e questo è un dato di fatto, è stata trascinata nel baratro dalle politiche di Tavares, che pare, nonostante tutto, si andrà a portare a casa una buonuscita da 100 milioni di euro. Mica male per chi ha scelto di andarsene, mentre, negli stabilimenti, i lavoratori vengono licenziati o comunque mandati in cassa integrazione.