Alex Marquez, riconfermato nel team Gresini Racing, ha fatto parlare di sé per una intervista circa la sua annata trascorsa in Ducati al fianco di Marc.
Dopo essersi respirati pochissimo ai box nella stagione 2020 in Honda, la prima di Alex in MotoGP, a causa degli infortuni del fratello maggiore, i due si sono ritrovati nel Team Gresini Racing nel 2024. Si parla molto, come sempre, di MM93 e non abbastanza del bicampione del mondo. In Honda entrambi non hanno più trovato un senso, se non di carattere economico, a rimanere ma hanno avuto due percorsi diversi in Ducati.
Il più coraggioso è stato Alex Marquez che un anno prima di Marc ha lasciato il team satellite per la Casa di Tokyo e ha steso un tappeto rosso per l’arrivo del fratello. Marc ha avuto molti feedback sia sulla Desmosedici che sull’ambiente del piccolo team satellite italiano. Si è trovato a meraviglia anche grazie ad Alex. Quest’ultimo è stato messo in ombra dall’arrivo dell’8 volte iridato, mentre prima aveva spiccato nel confronto con l’italiano Di Giannantonio.
I due ex compagni di Alex che, dal 2025, sarà affiancato dal rookie Fermin Aldeguer monteranno su una Desmosedici GP25. Il fratello minore di Marc ha concluso il suo secondo anno con il team Gresini Racing all’8° posto assoluto.
Ai colleghi spagnoli di Relevo.com il numero 73 ha annunciato: “È stato un anno con alti e bassi, la crisi è durata troppo e ho avuto bisogno di molto tempo per ritrovare la fiducia in me stesso. Ma finire bene la stagione e disputare qualche bella gara in più mi ha dato molta forza e siamo finiti dove avremmo dovuto essere regolarmente“.
“Non è solo una questione di avere Marc come compagno di squadra, ma anche di ambiente. È vero che avremmo condiviso il box nel 2020 se non fosse accaduto quello che è successo (infortunio Jerez de la Frontera, ndr). Ma allora era uno dei favoriti, aveva la pressione di vincere a tutti i costi, e in una squadra ufficiale di una casa come la Honda l’atmosfera può essere un po’ più fredda, che ti piaccia o no“, ha dichiarato il bicampione del mondo che come Marc e Pedro Acosta nelle categorie minori ha sempre fatto la differenza.
“Marc ci sono 20 giornalisti davanti a te quando apri il box che osservano molto da vicino tutto ciò che accade all’interno. Non solo da parte sua, ma in tutto la squadra in generale, e tutta questa pressione, non solo da parte dei giornalisti ma anche da parte della gente esterna, è l’aspetto negativo. La squadra è stata più nervosa in alcune occasioni, soprattutto all’inizio: aveva in area un otto volte campione del mondo. Ma è anche vero che la situazione si è normalizzata dopo due, tre, quattro gare e l’atmosfera era molto rilassata“, ha concluso Alex.
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