Il marchio Ferrari ha prodotto delle auto che sono del tutto sconosciute al pubblico. Andiamo a scoprire una delle più bizzarre.
La storia della Ferrari è caratterizzata dalla produzione di supercar da favola, che l’hanno reso un mito mondiale, un orgoglio ed un simbolo del nostro Made in Italy. Nel 2024 sono stati svelati altri due bolidi, vale a dire la 12Cilindri e la F80, quest’ultima dal discreto valore di 3,6 milioni di euro, che verrà prodotta in appena 799 esemplari da ora sino alla fine del 2027, anno in cui il Cavallino festeggerà i suoi 80 anni di storia. Nella giornata di oggi, vogliamo portarvi alla scoperta di un mito del passato, che molti di voi potrebbero ricordare.
Si tratta di una sorta di Concept Car, realizzata in appena tre esemplari. Stiamo parlando della Ferrari Testarossa Pininfarina Mythos, a tutti più nota semplicemente come Mythos. Si tratta di una barchetta costruita in collaborazione con Pininfarina e svelata al Salone di Tokyo del 1989, che sin da subito conquistò il cuore degli appassionati. Di esemplari, come detto, ne vennero prodotti solo tre, ed era lunga 4.305 mm, larga 2.110 ed alta 1.065 mm, con un passo di 2.550 mm. Il peso era limitato a soli 1.250 kg, e lo stile fu curato da Pietro Camardella per Pininfarina.
Ferrari, tutto sulla Testarossa Pinfinarina Mythos
La Ferrari Mythos è stata realizzata sulla base dell’autotelaio della Testarossa, dalla quale è stato preso ed adattato il pianale. A spingerla c’è un motore V12 da 390 cavalli, posto in posizione centrale, con prestazioni davvero notevoli e simili a quelle della Testarossa da cui prende spunto. Dando un’occhiata all’estetica, si rifà alle vetture degli anni Sessanta da competizione, con un look da auto da corsa che è riconoscibile vista l’assenza del padiglione e per via del minimalismo degli interni. Essi sono dotati di sedili avvolgenti, con cinture di sicurezza a bretella incorporate.
Molto semplice anche la strumentazione con rivestimenti del tutto essenziali. La Ferrari Mythos non fu venduta a nessuno, ed era stata prodotta come esercizio di stile. Secondo alcune indiscrezioni, tuttavia, pare che il Sultano del Brunei possegga ben due dei tre esemplari prodotti, mentre l’altro viene conservato nello stabilimento di Cambiano, in provincia di Torino, sede della Pininfarina stessa. Pare che i veicoli del Sultano siano del tutto funzionanti, ma come detto, non ci sono conferme in tal senso. Il gioiello in questione rappresenta un orgoglio per il nostro paese.