La crisi del settore automotive sembra non conoscere fine, ed ora è arrivata un’altra notizia drammatica. Ecco tutti i dettagli.
Non c’è davvero pace per il settore automobilistico, scosso nelle ultime ore da una serie di ribaltoni che hanno lasciato tutti di stucco. La notizia più clamorosa è relativa alle dimissioni di Carlos Tavares dal ruolo di CEO del gruppo Stellantis, decisione maturata alla fine di un 2024 da mani nei capelli per la holding multinazionale olandese. La situazione è nera a seguito di un crollo delle vendite mai visto in passato, con stabilimenti a rischio chiusura e sempre più tagli sui posti di lavoro, per non parlare della cassa integrazione che ormai spopola nel nostro paese.
Se Stellantis piange, non ridono di certo la gran parte degli altri marchi, ed il paese che è forse messo peggio è ad oggi la Germania, tra una Volkswagen in caduta libera e le aziende di componenti che falliscono di giorno in giorno. Poco tempo fa è stata annunciata la bancarotta di Iwis Mechatronis, con Bosch e Schaeffler che hanno pesantemente ridotto i loro organici. Come se non bastasse, un altro colosso tedesco è ora andato in fallimento.
Auto, in Germania è fallita anche la Kunststofftechnik
La Germania è sempre stato un paese forte e dall’economia fiorente, in tutti i settori in cui la sua industria si è trovata coinvolta. Le cose sono però cambiate nel corso dell’ultimo anno, e la crisi del settore automobilistico è una delle più gravi. Ora è ufficiale anche il fallimento della Gerhardi Kunststofftechnik Gmbh, storica azienda che si occupa della produzione di componentistica per le auto. Si tratta dell’ennesima mazzata per un settore già in forte affanno, che condanna la bellezza di 1.500 dipendenti. L’azienda aveva ben due secoli e mezzo di storia, ma ora è tutto finito.
Ma quali sono i motivi che stanno portando a questa situazione? Semplicemente, una scarsa richiesta di veicoli nuovi va ad influenzare anche la produzione di chi si occupa dei componenti, senza dimenticare anche il crollo delle auto elettriche, sulle quali tanti costruttori hanno puntato. Per quanto riguarda il futuro, nulla fa ben sperare, dal momento che le vendite sono sempre più scarse, per via di prezzi d’acquisto eccessivamente elevati. Inoltre, le auto ad emissioni zero, sul fronte dei componenti, sono meno complesse rispetto ai veicoli termici, il che significa che c’è bisogno di una produzione ben più ridotta. Chi lavora nel settore corre gravi pericoli ad oggi.