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Futuro dell’auto, l’Italia alza la voce: il Ministro Urso ha deciso, svelata la linea del nostro Paese

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Giovanni Messi

Si avvicina il 2025, anno in cui in Europa saranno imposti dei nuovi e pesanti limiti sulle emissioni inquinanti. Adolfo Urso parla chiaro.

Il settore automotive è in grave difficoltà e le perdite proseguono per la quasi totalità dei costruttori, ma l’Unione Europea continua a condurre la propria crociata anti-emissioni, trascinando nel baratro i vari brand. L’idea dell’elettrico si sta rivelando fallimentare, considerando le scarse vendite che le BEV stanno totalizzando, ma nonostante questo, sono in arrivo dei nuovi e pesantissimi limiti sul fronte delle emissioni, che si collegano a delle multe a dir poco salate.

Urso ministro italiano (ANSA) – Derapate.it

Nello specifico, dal primo di gennaio del 2025 sono previste delle sanzioni pecuniarie per chi dovesse superare il nuovo limite dei 94g/km, di cui tanto si è parlato nel corso di questi mesi. Sono molti i paesi ed i costruttori che si sono opposti alla nuova e severa misura della UE, con l’Italia che ha deciso di alzare la voce nelle parole del ministro dello sviluppo economico, ovvero Adolfo Urso. L’Italia ha dunque chiesto lo spostamento dei nuovi limiti ai prossimi anni, ottenendo il sostegno del mondo produttivo e di altri stati che fanno parte dell’Unione Europea.

Urso, ecco le dichiarazioni sul piano anti-emissioni

Ecco cosa ha dichiarato il ministro Adolfo Urso in occasione della riunione del Consiglio Competitività a Bruxelles: “Siamo molto soddisfatti dell’ampia convergenza di posizioni espressa dai Paesi membri dell’Unione Europea sul nostro non-paper relativo al settore automotive europeo“. Il documento portato avanti dall’Italia e Repubblica Ceca è stato firmato anche da Austria, Bulgaria, Malta, Polonia, Romani e Slovacchia, per un totale di otto paesi favorevoli all’annullamento delle multe previste per chi andrà a sforare il nuovo limite di emissioni.

Adolfo Urso in conferenza stampa (ANSA) – Derapate.it

Oltre ai paesi membri della UE, la proposta dell’Italia ha ottenuto il sostegno anche della Confindustria e delle omologhe tedesche e francesi, ovvero Bdi e Medet. Inoltre, c’è da registrare anche l’appoggio da parte di Confapi, vale adire la Confederazione italiana della piccola e della media industria. Vedremo quello che sarà il responso di questa mossa italiana, che ha intenzione di far valere le proprie ragioni in chiave futura.

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