La situazione di crisi di casa Volkswagen ha ufficializzato la chiusura di un altro stabilimento. Ecco di quale si tratta e le conseguenze.
La crisi dell’industria automobilistica tedesca non rallenta, e la Volkswagen ne è chiaramente il brand più colpito. Pochi giorni fa, la casa di Wolfsburg ha proceduto alla chiusura del sito di produzione Audi di Bruxelles, in Belgio, oltre a preannunciare lo stop definitivo a tre stabilimenti in Germania, cosa che non era mai accaduta dal 1937 ad oggi, l’anno in cui la VW era stata fondata per motorizzare il paese per la prima volta.
In pochi anni, quello che è considerato un colosso del settore automotive è precipitato in una crisi senza precedenti, a seguito della folle svolta green successiva allo scandalo del dieselgate scoppiato nel 2015. Per riabilitare la propria immagine, la Volkswagen ha iniziato ad investire nell’elettrico, ma la gamma ID. si è rivelata un flop, un boomerang che ha portato alla situazione attuale. Ovviamente, non c’è solo l’elettrico a spiegare una situazione di questo tipo, ma anche il generale calo delle vendite della casa tedesca. Nelle ultime ore, è stata resa nota la chiusura di un ulteriore stabilimento, segnale inequivocabile di una crisi finanziaria che non sembra avere fine.
Anche fuori dall’Europa le cose non vanno alla grande per la Volkswagen, che ha annunciato la vendita dello stabilimento di Xinjiang in Cina. La VW ha fatto sapere che venderà la sua fabbrica di Urumqi ed anche la pista di prova che si trova a Turpan alla società cinese Shanghai Motor Vehicle Inspection Center. Lo stabilimento si trova in una zona attualmente al centro di polemiche internazionali legate alla repressione della popolazione turcofona e musulmana locale, nota come gli liguri, ma anche per presunti abusi sui diritti umani. La casa di Wolfsburg, in accordo con il colosso cinese Saic, venderà dunque l’impianto molto presto.
Al momento, il valore della vendita non è stato reso noto, e la cessione non è legata solamente alla crisi del settore, ma anche ai suddetti motivi legati ai diritti umani. La Volkswagen subisce da anni pressioni da parte degli investitori e di gruppi attivi per la difesa dei diritti, e si è così scelto di lasciare lo Xinjiang. Per il resto, si guarda ora al programma di ristrutturazione dell’azienda in territorio europeo, con altre chiusure attese a breve.
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