Benzina e gasolio rischiano di essere prossime a sparire, con la Legge che non lascia scampo al futuro di questi carburanti.
La situazione in questi anni si sta facendo sempre più critica per i grandi produttori di automobili, tanto è vero che si sta andando sempre di più verso il crollo della produzione termica. L’intento da parte dell’UE è quello di virare, nel 2035, a una produzione che sarà unicamente elettrica, anche se sono in molti a storcere il naso.
Non ci sono dubbi sul fatto che il motore elettrico sia a impatto zero, il problema è che non lo sono le auto. Per questo motivo si dovrebbe cercare di trovare quanto più possibile la quadra di una situazione che è tutto tranne che facile da valutare, con la benzina e il gasolio che sono messe sempre di più alle strette.
Non è però solo l’UE che sta cercando di interrompere la produzione di auto termiche, ma ci sono anche altre nazioni che hanno preso una decisione che è a dir poco rivoluzionaria. Il Regno Unito non è più nell’Unione Europea e il su Governo ha fretta di bloccare il prima possibile la produzione di auto a benzina e a gasolio.
Stop nel 2030: il Regno Unito anticipa i tempi
Nonostante le auto elettriche al momento non siano nemmeno lontanamente vicine a poter pensare di scalzare le termiche dal ruolo di auto dominanti nel settore, le istituzioni continuano in modo quasi cieco a continuare con le loro limitazioni nel settore. Ecco come mai anche nel Regno Unito si è presa la drastica decisione di interrompere la produzione di auto termiche.
La decisione ha naturalmente diviso in modo netto la popolazione e anche il Governo, con questa Legge che l’ha emanata da Boris Johnson nel 2020. Molti però hanno sottolineato come si trattasse di un vero e proprio azzardo, tanto che è stata richiesta la possibilità di valutare delle alternative.
A quanto pare, stando alle parole del Primo Ministro Keir Starmer, non vi è modo alcuno di trattare per dei possibili passi indietro. Una notizia che ha davvero dell’incredibile e che lascia senza parole tutti quanti e che peggiora nel momento in cui si richiede alle aziende di vendere il 22% di auto elettriche. Numeri che non sono reali in questo momento e che porteranno a una profonda crisi del settore, ancora peggiore di quella che già notiamo da anni.