Oggi la trovate in strada magari anche con qualche ammaccatura, ma un tempo questa vettura aveva ammaliato Gianni Agnelli.
Gianni Agnelli nella sua vita ha guidato supercar da sogno, lontane dalle possibilità dei comuni mortali. Seppur l’Avvocato godesse di una condizione economica invidiabile e potesse permettersi qualsiasi tipo di vettura, ne aveva una “proletaria” che amava per le sue doti all-terrain. Ben pria della nascita dei SUV a trazione integrale, il boss della FIAT amava raggiungere la sua splendida dimora di St. Moritz a bordo di una utilitaria della Casa del Lingotto.
Le versioni di lancio del 1980 della prima gen della Panda furono la 30 e la 45. La prima disponeva di un bicilindrico raffreddato a aria da 652 cm³ (derivato dalla FIAT 126), mentre la seconda aveva un quattro cilindri raffreddato ad acqua da 903 cm³ (presente anche sulla FIAT 127). La versione 4×4, svelata a giugno del 1983, vantava un 965 cm³ da 48 cavalli derivato da quello presente sulla Autobianchi A112. Conosciuta semplicemente come la Panda 4×4, era la prima city car con motore trasversale a presentare un sistema 4WD.
Garage Italia Customs, nel segno di Lapo Elkann, ha ridato lustro a una delle tante Fiat Panda 4×4 possedute da Gianni Agnelli. Secondo quanto riportato da voci di corridoio l’Avvocato preferiva la sua piccola utilitaria a trazione integrale ad auto a ruote alte mastodontiche e dal peso ingente. Sebbene nel garage personale avesse bolidi di ogni tipo, Gianni Agnelli aveva un debole, come in modo analogo per la FIAT 131 S, per la macchina che aveva fatto il suo debutto nel 1983.
In termini di rapporto qualità-prezzo l’utilitaria disegnata da Giugiaro era un affare. Era una vettura semplice e molto squadrata che, oggettivamente, era irrefrenabile su ghiaccio, neve, fango e riusciva ad assorbire meglio le asperità rispetto a qualsiasi fuoristrada. Basti pensare che sul mercato resistette 20 anni e si ritirò nel 2003. Una delle Fiat Panda 4×4 di Gianni Agnelli, datata 1990, è stata restaurata da Garage Italia Customs.
E’ stata venduta all’asta Bolaffi per 37.000 Euro. L’esemplare gode di un motore benzina Fire da 1.1 litri da 54 CV e conserva la trazione integrale dell’epoca. In tonalità grigia con strisce blu e nere conserva anche il logo dell’atelier, impresso pure sui sedili anteriori e sopra la maniglia del ribaltamento. L’abitacolo, definito insieme alla Vitale Barberis Canonico, è curato ed elegante. Lapo ha trasmesso le vibe dell’epoca con un tocco di modernità, esaltando un sound con quattro autoparlanti e un subwoofer nel vano posteriore per una esperienza sonora da concerto.
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