Gli scontri dialettici, figli di una visione molto distante, tra Giorgia Meloni e John Elkann non si arrestano. Il nipote di Gianni Agnelli non le ha mandato a dire.
Il Gruppo Stellantis, nato dalla fusione tra FCA e PSA, ha rappresentato un’ancora di salvezza per FIAT e tanti altri marchi italiani in enorme difficoltà in vista della transizione elettrica del 2035. Le scelte politiche, in sede Europea, hanno costretto i brand nostrani a valutare una collaborazione con i cugini transalpini per la creazione di tantissime vetture alla spina.
Il programma sancito dal numero 1 di Stellantis sta seguendo un diktat esterofilo che non piace alla premier italiana. C’è il rischio che la rivoluzione elettrica porti sempre più lontano il lavoro dell’industria 2.0, mandando sul lastrico tantissime famiglie che lavorano nella filiera dell’Automotive. Gli effetti di una crisi annunciata si stanno già vedendo in Germania dove, per la prima volta, stanno chiudendo diversi stabilimenti del Gruppo Volkswagen per migrare verso lidi dove il costo del lavoro risulta più basso.
Non è una fase semplice per i costruttori che, da un parte, devono pensare all’aspetto delle entrate, mentre dall’altro devono compensare quello della forza lavoro. Giorgia Meloni si è fatta sentire perché il rischio di una forte crisi per il mercato interno, già falcidiato da anni di incertezza, è evidente. Nonostante la posizione che mira verso realtà straniera di Stellantis, Meloni non ha intenzione di piegarsi, anche se la situazione si è fatta molto complessa.
John Elkann e Giorgia Meloni a confronto
La produzione di auto nel Belpaese sta calando. Mirafiori e Pomigliano d’Arco hanno spesso dovuto interrompere o quantomeno rallentare il ritmo produttivo. Giorgia Meloni ha definito John Elkann come qualcuno che ha mancato di rispetto alle istituzioni. Stando a quanto dichiarato dallo stesso John Elkann, dopo una lunga intervista che ha avuto modo di rilasciare a “Il Foglio”, la stoccata della premier ha toccato l’animo degli Agnelli.
“Il portare il massimo rispetto per le istituzioni è parte integrante della nostra famiglia e io sono orgoglioso di essere italiano. Penso che sia stata un’incomprensione il fatto di non voler farci sentire in Parlamento, dato che Stellantis non è un partito politico”, ha affermato il nipote dell’Avvocato. Secondo Elkann il suo comportamento negli anni è sempre stato diretto e rispettoso verso le istituzioni italiane. Ci sarà d’ora in avanti un dialogo sereno tra le parti? La speranza è che si trovi un compromesso per il bene degli italiani.