In un industria dell’Automotive che punta sempre più alle vetture elettriche, c’è chi preferisce il caro vecchio mercato termico dell’usato.
La matematica non è una opinione e i numeri non mentono mai. In Italia su 100 auto utilizzate comprate ad agosto 2024 la metà ha più di 10 anni di anzianità dalla prima immatricolazione. Fin qui tutto come nelle prospettive di un Paese in serissime difficoltà economiche, ma a sorprendere è la scelta dei motori.
Il mercato di seconda mano sta vivendo una nuova età dell’oro. Il motivo è direttamente correlato alla straordinaria quotazione delle vetture di ultima generazione che hanno spinto la stragrande maggioranza di italiani a tenersi strette le proprie care vecchie vetture termiche o scegliere un altro modello datato. Focalizzandoci sul mercato europeo, ben 287.100 trasferimenti di proprietà si sono registrati, dando una percezione chiara sul trend del mercato.
Per gli italiani le vetture di seconda mano vecchie fra 6,1 e 10 anni (il 17%) sono in cima alla lista, quindi fra 4,1 e 6 anni nonché fra 2,1 e 4 anni (entrambe le fasce all’11%) sono un gradino più in basso. Sotto i 4 anni solo il 10% delle vetture viene acquistato nel car market usato. Le vetture ibride sono appena il 7%, GPL al 5%, metano al 2%. Ecco l’elenco delle migliori macchine diesel che sono preferite dagli italiani.
Se le vetture elettriche e ibride stanno facendo una terribile fatica a trovare una collocazione nell’attuale realtà nostrana, non va meglio al mercato di vetture alla spina fresche di concessionaria, che rappresentano una micro nicchia. Nel 57% dei casi presi in esame, la compravendita dell’usata vede come protagonisti due soggetti: privato o azienda sia come venditore sia come compratore. Nel 39% è l’operatore che prova a vendere il veicolo. Solo un 5% di auto immatricolazioni (km 0) avviene sempre a famiglie o società. Una tendenza che si è confermata anche nei mesi scorsi.
Emerge una realtà che dovrebbe far riflettere anche i politici europei. In Italia continuano a spopolare i motori a combustione interna. La dead line del 2035 non sembra spaventare gli italiani che sembrano ancor più motivati a usare datate vetture diesel e a benzina. Di questo passo avremo un parco auto circolante sempre più vetusto. Inoltre, c’è una crisi economica in atto che non permetterà la nascita di una fitta rete di colonnine di ricarica elettrica su tutto il territorio, scoraggiando anche i facoltosi progressisti green che vorrebbe investire in una EV.
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