Stellantis, trasferimento in Polonia: lavoratori allertati, cosa sta succedendo

Nuovo scossone in Stellantis. Lavoratori in allerta per un presunto trasferimento in Polonia. Ecco cosa sta succedendo.

Non c’è pace per Stellantis ultimamente tornata sotto i riflettori per alcune problematiche riguardanti il mercato americano. I numeri delle vendite non sembrano essere proprio a suo favore, specialmente per i marchi Maserati e Alfa Romeo. Nelle ultime ore ha ripreso vigore la discussione in merito al futuro degli operai italiani impegnati nelle fabbriche FIAT.

Stellantis, trasferimento in Polonia
Stellantis, lavoratori allertati – Derapate.it

Nello specifico alcuni dei lavoratori sarebbero già stati allertati circa l’ipotesi di un trasferimento in Polonia. La comunicazione sarebbe stata fatta dall’azienda stessa ai sindacati che, a loro volta, avrebbero provveduto a mettersi in contatto con le persone interessate. Come è stato precisato dallo stesso Gruppo non si tratterebbe di una vera e propria soluzione, ma solo di un tampone per arginare la crisi.

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In realtà non c’è nulla di nuovo sotto il sole trattandosi di una pratica ormai consolidata. L’intenzione sarebbe quella di inviare dieci carrellisti normalmente impegnati nello stabilimento di Mirafiori e oggi in cassa integrazione, nella sede del colosso a Tychy, in Polonia, dove si stanno producendo diversi modelli tra cui la Jeep Avenger, la FIAT 600 e l’Alfa Romeo Junior.

 

Fabbriche Stellantis, gli operai trasferiti
Fabbriche Stellantis, l’importanza degli EV – Derapate.it

Il Paese dell’est Europa è via via diventato un riferimento per la realizzazione di mezzi ibridi ed elettrici e la mancanza di organico di cui sta soffrendo la fabbrica potrebbe essere colmata dagli italiani che, in questa maniera, garantirebbero la continuità produttiva. Ma non è finita qua. Dei dipendenti attivi a Termoli potrebbero essere trasferiti in Piemonte, precisamente nel reparto eDCT.

Stellantis avrebbe fatto sapere di avere bisogno di un gran numero di lavoratori per il mese appena cominciato per far fronte all’aumento delle richieste del mercato delle vetture a basse o zero emissioni che di solito montano questo genere di trasmissione. Dal canto suo la FIM si sarebbe opposta all’innesto a Torino di figure provenienti di altre parti d’Italia, per cui adesso la palla passerà di nuovo in mano ai vertici.

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