Il gruppo Stellantis vive un 2024 da incubo, ed ora arrivano nuove pessime notizie. Ecco cosa sta accadendo al colosso dell’auto.
Il 2024 è senza dubbio l’anno peggiore in assoluto per il gruppo Stellantis, nato nel gennaio del 2021 dalla fusione tra PSA ed FCA. Il primo semestre si è chiuso con un bagno di sangue in termini di conti, un disastro senza precedenti con vendite che sono crollate, così come l’utile netto ed i ricavi, ed anche il fatturato, se le cose non miglioreranno, non sorriderà di certo alla fine di quest’anno. La holding multinazionale olandese, evidentemente, non ha fatto la scelte giuste, e le troppe similitudini tra le auto del gruppo hanno portato il cliente ad allontanarsene.
Inoltre, il gruppo Stellantis non investe più in Italia, o lo fa in maniera molto marginale, e questo non fa altro che scatenare un clima di tensione sempre più insopportabile. Nelle prossime righe, vi riporteremo l’ultimatum di uno degli uomini più influenti del Governo, che ha inviato al gruppo automobilistico una vera e propria “minaccia” in chiave futura.
La guerra tra Stellantis ed il Governo italiano non accenna a terminare, ed al Meeting di Rimini ci sono state novità in tal senso. Già in passato c’erano stati grossi dissapori tra Carlos Tavares, il CEO della holding multinazionale olandese, ed il Ministro dello Sviluppo Economico Adolfo Urso, che ha lanciato un ultimatum: “Il Governo ha fatto la propria parte, l’azienda no. Se non ci sarà una risposta positiva in tempi brevi sulla Gigafactory di Termoli, dirotteremo le risorse del PNRR altrove“.
Parole molto forti quelle di Urso, che di certo non si è mai fatto problemi nella sua lotta a distanza con Stellantis. In passato, Tavares aveva richiesto, come ricordato da Urso, il superamento della normativa Euro 7 ed un nuovo piano di incentivi. Il Governo, secondo Urso, ha risposto in maniera positiva, ma dalla controllata di John Elkann non ci sono stati gli investimenti richiesti, come confermato dalla situazione degli stabilimenti in Italia.
Stellantis sta investendo sempre meno dalle nostre parti, ed il fatto che la nuova FIAT Grande Panda, tanto per fare un esempio, venga prodotta in Serbia, è un duro colpo per un esecutivo che punta in maniera importante sul Made in Italy. L’Italia potrebbe presto accogliere un nuovo produttore, magari dalla Cina, argomento su cui si dibatte da tempo.
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