Dopo tante discussione è passata alla Camera la proposta di modifica del Codice della Strada. Ecco le principali novità.
E’ stato uno dei disegni di legge più chiacchierati del Governo Meloni, ma ora, a dispetto delle proteste di molti, ha ottenuto il via libera. Tutti i punti su cui spingeva il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini sono stati accettati dal Parlamento, specialmente quelli in merito all’uso di smartphone, alcol e stupefacenti alla guida.
Con 163 voti a favore e 107 contrari, la proposta è stata approvata e adesso attende di completare il suo iter al Senato. Tra le novità anche delle nuove permissioni per i motociclisti.
Riforma del Codice della Strada, cosa è stato deciso
Se infatti ad oggi per poter accedere in autostrada e in tangenziale bisognava disporre una due ruote da almeno 150 cc, dal 2024 la porta potrebbe essere aperta anche alle 125 cc, purché il guidatore sia over 18.
Secondo quanto dichiarato a Quotidiano.net dal responsabile moto dell’ANCMA Michele Moretti si tratta di una mossa positiva che aiuterà i costruttori. “Prima i produttori italiani ed esteri dovevano inventarsi dei modelli ad hoc per noi. E’ probabile che quando diventerà legge in molti si sposteranno sulla cilindrata più piccola, considerato che sul fronte prestazioni non cambia molto“, le sue parole.
Aperta e chiusa la parentesi sui plus garantiti, ci spostiamo sugli inasprimenti. Il pugno di ferro è stato adottato per infrazioni come la guida contromano, la mancata precedenza, l’inversione di marcia agli incroci, all’altezza di curve e dossi, l’attraversamento con semaforo rosso, il soprasso sulla destra, il mancato rispetto dei segnali di divieto di sorpasso e di senso vietato, piuttosto che di quello della cintura, dei seggiolini per bambini e per i dispositivi antiabbandono. In tutti questi casi verrà disposta la sospensione della licenza da una settimana a 15 giorni, a seconda che il conducente disponga di 10 o più punti sulla patente. Qualora questi dovesse essere responsabile di un sinistro il periodo verrà raddoppiato. Se invece i veicolo colpevole procedeva contromano scatterà la confisca.
Uno dei temi che ha tenuto banco durante l’estate è stato quello relativo ai monopattini. D’ora in avanti, tutti gli utilizzatori dovranno indossare il casco e disporre dell’assicurazione oltre che della targa, mentre il limite della velocità sui percorsi urbani è stato fissato a 50 km/h.
Non ha invece incontrato il parere favole dei nostri rappresentati il proposito di abbassare la soglia massima in città da 50 a 30 km/h, quella tanto voluta e spinta da ciclisti e pedoni. Come considerato dal presidente di ASAPS Giordano Biserni, se il nuovo testo è andato nella giusta direzione per punire coloro che si mettono al volante in condizioni alterate, poco ha fatto per implementare la ciclabilità, la tutela delle strade stesse.
I dubbi che riguardano l’ente che tutela i cittadini relativamente alla sicurezza negli spostamenti non si fermano alle richieste rimaste senza risposta. La domanda che si pone è chi si occuperà dei dovuti controlli, visto che l’organico delle forze dell’ordine su strada dovrebbe essere composto da 13mila agenti ed invece effettivi ce ne sono solamente 9.800.