Nonostante le parole rassicuranti di John Elkann aumentano i timori di una fuga di Stellantis dall’Italia: cosa sta succedendo.
Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha detto chiaramente che nello stabilimento di Mirafiori si può arrivare a produrre almeno 200.000 vetture. Parole pronunciate durante l’incontro per decidere del futuro dello stabilimento piemontese, dove è stato confermato l’arrivo di un miliardo di euro di incentivi.
Dal canto suo Stellantis, per voce del suo responsabile Corporate Affairs, Davide Mele, ha tenuto a precisare che Mirafiori “è il cuore pulsante” del gruppo, quasi a voler rassicurare tutti e sgombrare il campo dalle voci che circolano con sempre più insistenza nell’ultimo periodo. Eppure la sensazione che Stellantis stia seriamente pensando di lasciare l’Italia è ormai ampiamente diffusa.
D’altronde non sono passate inosservate le dichiarazioni di Carlos Tavares, amministratore delegato del gruppo, che ha più volte manifestato tutto il suo disappunto nei confronti dell’Italia, della burocrazia del Paese e anche dei sindacati. John Elkann ha provato a calmare le acque, ribadendo la volontà di Stellantis di portare avanti il proprio impegno industriale in Italia, ma nemmeno le parole del Presidente del gruppo sono servite a rasserenare il clima.
Il timore è che la Exor della famiglia Agnelli, Bipfrance e Psa a un certo punto facciano valere il 40% dei loro voti in assemblea e arrivino a decidere in totale autonomia il futuro di Stellantis: la paura più grande è proprio quella della delocalizzazione. Non a caso i sindacati sono in stato di agitazione e in questi giorni hanno avuto incontri per parlare degli stabilimenti di Melfi (Potenza), Mirafiori e Atessa (Chieti).
Il governo sta provando in ogni modo a trovare un’intesa con Stellantis ma la situazione appare a dir poco nebulosa. Basti pensare che la cassa integrazione a Mirafiori va ormai avanti da quasi tre mesi e si è registrata anche una sospensione della produzione della Fiat 500 elettrica (dal 25 marzo al 2 aprile) per carenza di ordini. Un problema molto serio, se si considera l’importanza che riveste lo stabilimento piemontese.
In più, il fatto che Stellantis stia compiendo passi importanti nell’ampliare l’impianto di assemblaggio Fiat di Tafraoui, a Orano, in Algeria, fa salire ancora più dubbi: da tempo, infatti, il gruppo vorrebbe rafforzare la propria presenza nel continente africano.
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