In un momento di grande confusione per il mercato dell’auto c’è chi ha scelto di andare in una direzione diversa rispetto alla massa.
Il mondo lo hanno cambiato gli anticonformisti e coloro che hanno saputo leggere, nelle pieghe, il futuro. L’industria dell’Automotive sta cambiando radicalmente, soprattutto a causa di spinte politiche che hanno imposto ai top brand un approccio nuovo. C’è chi prende decisioni nelle stanze dei bottoni senza conoscere la materia e chi dall’alto di una posizione apicale preferisce, invece, essere conservatore.
La domanda che molti costruttori illuminati si sono posti è: siamo certi che l’elettrico rappresenti, realmente, il futuro? Al di là dei proclami pubblicitari, il mercato alla spina stenta a decollare. I problemi sono svariati e legati soprattutto alle implicazioni connesse all’acquisto di una EV. Prima di tutto le auto elettriche sono costosissime per la fascia media e per di più richiedono, qualora l’uso risulti efficace, l’installazione di una colonnina di ricarica veloce. Al di là dell’investimento che con incentivi vari può anche scendere di migliaia di euro, non tutti possiedono un box dove creare un allaccio energetico.
Inoltre, sul territorio italiano mancano ancora delle infrastrutture all’altezza che possano rispondere ad un fabbisogno di massa. In sostanza l’impatto ambientale delle EV deriverebbe dallo smaltimento delle batterie. Sul piano della sicurezza non hanno ancora raggiunto il top, come le auto termiche, determinando anche la creazione di appositi container per gestire eventuali problemi tecnici. In sostanza tra colonnine e strutture di recovery l’immagine delle nostre città dovrebbe adattarsi all’industria dell’Automotive 2.0.
Per questi ed altri motivi vi sono marchi che hanno deciso di rallentare il lancio di sole full electric. Stravolgere anzitempo la gamma, rispetto alla dead line del 2035, potrebbe rappresentare un clamoroso autogol. C’è anche chi, come Volvo, ha deciso di produrre l’ultimo motore diesel della sua storia, pensionando la tecnologia in un museo.
Toyota punta su diesel e idrogeno
I due brand più ricchi al mondo, in termini di volumi di auto vendute, hanno preso strade opposto. Se il Gruppo VW ha scelto di promuovere in larga scala la tecnologia elettrica con i suoi tanti brand inclusi nel portfolio, Toyota ha fatto una vera e propria guerra all’elettrico, prendendo una posizione netta. Il brand giapponese ritiene che i motori diesel avranno ancora un ruolo centrale nell’economia dell’automobile. Inoltre, nel presente l’ibrido continua a volare e, nel futuro, l’idrogeno potrebbe rappresentare una validissima alternativa ecologica alle EV. Ecco come fare un pieno elettrico al giusto prezzo.
Il marchio nipponico ritiene che la popolarità dei diesel non è destinata a tramontare. Le norme anti emissioni, sempre più restrittive, a seguito dello scandalo del dieselgate hanno portato ad una netta riduzione di questa tecnologia. Sean Hanley, capo delle vendite e del marketing di Toyota Australia, come riportato da Motorisumotori.it, in una intervista rilasciata ai colleghi di Drive ha dichiarato che il diesel non è morto e rappresenta una fonte di carburante molto credibile.
Per i suoi SUV di grandi dimensioni e determinate tipologie di vetture, non si esclude che Toyota, in futuro, continui a spingere forte sui diesel. Akio Toyoda aveva dichiarato che il brand numero 1 al mondo stava lavorando ad una nuova gen di motori a combustione super innovativi. Akio Toyoda ha annunciato che i mezzi 100% elettrici non supereranno mai una quota di mercato del 30%.