Dopo mesi di proteste e diatribe, finalmente il Gruppo Stellantis ha una buona notizia. Si torna a farlo in Italia e le conseguenze sarebbero davvero positive.
Negli ultimi anni il Gruppo Stellantis ha affrontato tante controversie con i propri lavoratori, i sindacati e ultimamente anche con il Governo Meloni. La pietra dello scandalo? Sempre la stessa. La delocalizzazione. Questo fenomeno ha fatto infuriare non poco lo stato italiano che ha sempre iniettato fondi importanti, quando richiesto, nelle case di un’azienda che, per tutta risposta, ha spesso spostato la produzione di automobili dall’Italia ad altri paesi con costi di manodopera minori.
Insomma, delocalizzare la produzione di una vettura viene spesso visto da operai e politici come un gesto poco gradito perché può portare a licenziamenti o cassa integrazione – se la produzione di una data auto si sposta dall’Italia alla Polonia per esempio non sempre i dipendenti possono seguire l’azienda – e in generale, nuoce all’apparato industriale di una nazione che vuole tenere al suo interno, nei suoi confini più fabbriche possibili.
Per fortuna non sempre si parla di Stellantis per questa ragione. A volte, avviene anche il contrario, ovvero che l’azienda come tutte le altre che operano nel settore torni sui suoi passi per ragioni prettamente economiche, prima che etiche, ma che comunque portano beneficio a tutti i personaggi coinvolti nella situazione. Il ritorno del brand in Italia in questo caso potrebbe significare davvero tanto.
Marcia indietro per Stellantis, tornano a farlo in Italia
La grande industria dell’automobile italiana potrebbe tornare ad annoverare la produzione di un modello amatissimo nel nostro paese. Si tratta della Fiat 500 che potrebbe tornare ad essere prodotta nei confini dell’Italia in seguito ad una decisione dei vertici del brand, evidentemente convinti che questa mossa possa giovare da un lato alla produzione in serie della vettura e dall’altro ai suoi dipendenti.
Ci sarebbero prettamente le vendite e la disparita delle stesse tra due versioni della Fiat 500 alla base del suo ritorno ormai probabile in Italia dallo stabilimento polacco di Tychy dove viene assemblata la versione termica dell’utilitaria. Secondo Al Volante il brand italiano si sarebbe reso conto che la sola produzione della 500 elettrica – che non ha mai lasciato l’impianto di Mirafiori nel nostro paese – non basta per tenere in piedi la gamma. Allora, l’idea di spostare la costruzione della versione termica proprio nella struttura.
L’idea sarebbe quella di produrre ben 175mila unità dell’utilitaria con motore tradizionale a fianco dei modelli elettrici, venduti nella misura di 185mila unità dal lancio del modello contro i numeri da capogiro della versione termica che ha venduto oltre 65mila unità soltanto lo scorso anno, per fare un paragone. Una decisione che viene rimandata alla dirigenza e al CEO Carlos Tavares ma che la stampa italiana, a quanto pare, vede come molto vicina. Speriamo che si arrivi ad un verdetto molto presto.