Il mondo dell’arte piange Akira Toriyama. Il ricordo del sensei vive nella sua opera più famosa, Dragonball…ma anche nella sua passione per l’Italia.
Chi ama il Giappone, e in particolare anime e manga (cartoni animati e fumetti giapponesi, per i “profani”) non può non amare Akira Toriyama. Se il suo nome non dovesse esservi familiare, lo saranno sicuramente le sue opere. Una tra tutti, Dragon Ball. Le vicende dei Goku e la leggenda dei Saiyan hanno non solo tenuto incollati milioni di bambini, ragazzi e adulti ed intere generazioni alle pagine del fumetto e all’inconfondibile tratto di Toriyama, ma hanno spalancato le porte dell’universo dei manga al pubblico occidentale. C’è stato, in poche parole, un prima e dopo Dragon Ball. E un prima e dopo Akira Toriyama.
Per tutto quello che ha significato, la notizia della scomparsa di Toriyama, giunta nelle ultime ore in modo improvviso, all’età di 68 anni, ha colpito i fan di tutto il mondo, che hanno omaggiato il ricordo dei sensei. Il maestro è mancato lo scorso primo Maggio a causa di un ematoma subdorale acuto, ma la notizia è stata comunicata solo nelle ultime ore per garantire alla famiglia la più stretta riservatezza in questo difficile momento. Anche nel nostro paese in molti si sono uniti nel ricordare Toriyama. Proprio in quell’Italia che era molto cara al maestro giapponese.
Akira Toriyama era piuttosto riservato sulla sua vita privata, ma era ben noto il suo amore per la sua Autobianchi A112 Abart, acquistata con i primi soldi guadagnati dopo il successo che lo ha lanciato nel mondo del fumetto, Dr Slump e Arale. La Autobianchi oggi non esiste più e il marchio è entrato a far parte della FIAT, ma il maestro non ha mai dimenticato il suo gioiellino. La vettura aveva anche una personalizzazione pensata apposta da Toriyama per sponsorizzare la sua “Bird Studio”, aveva infatti la scritta “Uccello Studio”
Toriyama era così affezionato da averla spesso inserita nei suoi disegni, persino in Dragon Ball. Se siete attenti, rileggendo l’opera del fumettista, potrete vederla fare capolino tra le sue pagine. Insomma, il papà di Goku era innamoratissimo delle sue automobili e in particolare della mitica Autobianchi A112 Abarth.
Noi amanti dei motori non potevamo che scegliere questo aneddoto per salutare e ricordare con un sorriso un pezzo della nostra infanzia e non solo che ci ha lasciato troppo presto.
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