E’ possibile prendere un modello storico di Rolls-Royce e trasformarlo in un bolide moderno? Ecco cosa ha fatto un’azienda specializzata.
Quando si parla di Rolls-Royce si fa riferimento ad un’auto di lusso, per pochi fortunati che ambiscono a sorprendere con l’eleganza. Nel caso della protagonista del nostro articolo l’asticella dell’esclusività è ancora più elevata, anche a causa del modello di partenza già molto prestigioso di suo.
Forme e proposizioni sono state totalmente modificate, eppure non sembra. Grazie al tocco di classe del costruttore che si è occupato del restyling la rivoluzione c’è stata, ma sapientemente è stata resa impercettibile, anche se non si può non rimanere colpiti dai nuovi pannelli esterni, ridisegnati come le portiere davanti e dalle minigonne, rigorosamente in fibra di carbonio.
Una Rolly-Royce made in Italy, alla scoperta dei dettagli
Ad occuparsi della rinfrescata in questione è stata la Ares Modena, che ha voluto reinventare un modello che definirlo storico è un eufemismo. La Phantom ha effettivamente fatto la sua prima comparsa nel lontano 1925 con una produzione sdoppiata tra Regno Unito, patria del marchio, e gli Stati Uniti, per un totale di 3512 esemplari. La sua particolarità stava nel motore sei cilindri in linea con le valvole in testa comandate ad aste e bilanciare. Già all’epoca, come ora la mole importante rappresentava croce e delizia, motivo per cui subito fu dotata di una potenza stimabile attorno ai 108 cv a 2.300 giri al minuto in maniera da gestirla senza particolari problemi. La prima modifica sostanziale fu apportata nel 1928 con l’adozione della testa in alluminio al posto di quella in ghisa. Fu invece mantenuta la trazione posteriore che ritroviamo anche nella variante 4.0. L’ultima pillola del passato è relativa alla costruzione. Le vetture realizzate in UK e negli States avevano il passo differente.
Chiuso l’excursus storico, veniamo al presente e all’operazione di ammodernamento in chiave coupé due porte, pur senza stravolgerne il concetto originario effettuata dalla compagnia emiliana. Anche internamente sono stati apportati numerosi cambiamenti, a partire dal materiale utilizzato per i sedili di grandissima qualità, come la pelle goffrata con trama a diamante. Gli stessi, almeno quelli anteriori sono stati resi reclinabili, per il resto ogni piccolo dettaglio è personalizzazione, motivo per cui l’auto che porterà a casa l’acquirente sarà su misura e aderente al proprio gusto. Di serie su questo gioiello da 2,6 tonnellate sono invece le poderose ruote da 24 pollici con cerchi forgiati dello spessore di 10 pollici a miglior supporto della trazione posteriore.
Sotto il cofano in realtà non si trovano grandi sorprese visto che il propulsore non ha subito ritocchi. Si tratta infatti del classico V12 biturbo da 6,75 litri, capace di scaricare sull’asfalto 563 cv e 900 Nm di coppia massima. Il cambio è automatico a otto marce.
Disponibile in due colorazioni, bianca e nera, sfoggia, come tratto distintivo il cofano anteriore e la cornice del parabrezza nella tinta oro rosa. Per quanto concerne il costo non è stato diffuso, anche se è facile immaginarselo molto elevato considerato che si tratta di un’edizione limitata e customizzata in base alle richieste del cliente. Tra le informazioni mancanti anche da quando sarà ordinabile o disponibile.