La Red Bull parte da grande favorita nella nuova stagione di F1, ma le polemiche non si placano. Nuovo scandalo in vista.
La situazione ed il clima in casa Red Bull hanno raggiunto dei livelli di turbolenza molto seri, e pare proprio che ci sia un qualcosa di parecchio grave dietro a ciò che sta succedendo. Christian Horner è stato assolto da un paio di giorni dalle accuse di sex-gate, ed ha occupato senza alcun problema il suo posto al muretto nelle prime sessioni di prove libere del Gran Premio del Bahrain.
Tuttavia, la stampa olandese aveva continuato ad accusare, affermando che la questione non era affatto conclusa. Detto-fatto, durante le seconde libere un account anonimo ha inviato ad un gruppo di 100 giornalisti una mail con dentro gli screen delle chat con la dipendente, che Horner avrebbe intrattenuto in passato e per le quali era accusato.
A questo punto, appare evidente che qualcuno, anche di molto potente, voglia Horner fuori dalla Red Bull, e non è escluso che il caso venga riaperto, affrontato, in questo caso, in un tribunale e non con un’indagine interna all’azienda. Nel frattempo, un nuovo scandalo, forse ancor più grave, rischia di esplodere, e riguarda una parte dell’azienda austriaca, guardacaso, proprio quella che in questa guerra di potere ha sempre sostenuto Horner.
La Red Bull è un’azienda austriaca, ma c’è anche una parte del colosso di bibite energetiche che è in mano alla Thailandia, dal momento che il vecchio socio del defunto Dietrich Mateschitz era, appunto, thailandese. Ebbene, proprio in questo stato del sud-est asiatico sta scoppiando un’altra questione molto delicata, visto che le autorità stanno indagando su un omicidio, avvenuto ormai 12 anni fa.
I pubblici ministeri thailandesi hanno reso nota la volontà di incriminare un ex capo della polizia nazionale con l’accusa di aver ostacolato un’azione legale contro Vorayuth Yoovidhya, ovvero il nipote di Chalerm, il fondatore del colosso di bibite energetiche. In sostanza, e questo è un fatto molto più grave del caso di Christian Horner, il rampollo sarebbe accusato di aver ucciso un agente di polizia in un incidente, avvenuto nel 2012.
Secondo quelle che sono le accuse, l’agente di polizia Somyot Poompanmoung, che tra il 2014 ed il 2015 era a capo della polizia nazionale, avrebbe aiutato il rampollo a scappare all’estero, in modo così da sfuggire al processo che sarebbe avvenuto a suo carico. Secondo quanto emerso, contro l’agente ci saranno ben sette persone accusate per reati come l’abuso di potere ed anche l’alterazione di prove.
Le accuse contro Vorayuth sono cadute quasi tutte in prescrizione, e di lui si sono ormai perse le tracce da molti anni. Certo è che per la Red Bull si tratta di un’altra vicenda molto dura da giustificare e da affrontare, proprio nelle ore in cui le monoposto stanno tornando in pista per la prima gara stagionale. Auguriamo ai campioni del mondo di poter risolvere tutti i problemi interni, perché all’appassionato, in fin dei conti, interessa lo spettacolo in pista.
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