Le auto italiane vengono quasi sempre prodotte all’estero, ed ora c’è il duro attacco di Montezemolo. Parole di fuoco del manager.
A tenere banco in questi giorni in Italia sono i discorsi legati a quanto sta accadendo tra Stellantis ed il nostro governo, che sono entrati spesso in rotta di collisione. La holding multinazionale olandese pretende più incentivi per le sue auto elettriche, ma l’esecutivo di Giorgia Meloni è stata piuttosto dura sull’argomento, decidendo di non mollare di un centimetro. Luca Cordero di Montezemolo si è espresso contro la produzione di auto italiane all’estero, divenuta purtroppo una consuetudine da quando la holding multinazionale olandese gestisce quasi tutti i nostri marchi.
Pensate che la Fiat 600 viene prodotta in Polonia, nello stabilimento di Tychy, così come la nuova Alfa Romeo Milano che arriverà ad aprile. La nuova Lancia Ypsilon nasce a Saragozza, in Spagna, mentre la Fiat Panda a Kragujevac, in Polonia, mentre a Pomigliano d’Arco resterà solamente la Pandina, vale a dire la versione citycar che dopo il 2026 dovrebbe uscire dai listini. Montezemolo non accetta questa situazione, ed è molto preoccupato dal presente e dal futuro. Ecco cosa ha detto.
Montezemolo, ecco le dure parole su Stellantis
Alle volte occorre ascoltare ed imparare dai più bravi, da chi ha reso l’Italia un vero e proprio gioiello a livello mondiale. Tra di loro c’è Luca Cordero di Montezemolo, che con la Ferrari ha ottenuto successi commerciali e sportivi eccezionali, e che ora ha lanciato un duro attacco contro Stellantis, che sta portando la produzione fuori dai nostri confini, in maniera inaccettabile. Il manager bolognese ha parlato di questa situazione al programma “Quarta Repubblica“, e va detto che non essere d’accordo con quanto affermato è davvero complicato.
Ecco le sue parole: “Un anno fa dissi che non avevamo più una fabbrica di auto italiane, e purtroppo ancora oggi, più o meno la situazione è la stessa. Tutte le decisioni vengono prese a Parigi, siamo il settimo paese in Europa per numero di auto prodotte dietro alla Slovacchia e Spagna, non solo a Germania e Francia. Da quando è arrivata Stellantis produciamo le stesse auto di paesi come la Romania e l’Ungheria, è una situazione che ritengo molto preoccupante“.
Montezemolo è stato molto duro sulla scelta di Stellantis di produrre auto di brand italiani fuori dai nostri confini, cosa che ormai sta diventando una consuetudine: “Siamo arrivati ad un livello in cui la Fiat 600, icona italiana, viene prodotta in Polonia, con i nostri stabilimenti che vedono i lavoratori finire in cassa integrazione. La Topolino invece nasce in Marocco, ed io sono sinceramente preoccupato da questo livello di de-industrializzazione“.
Il manager bolognese non ha buone sensazioni in chiave futura, ed immagina che la situazione non andrà di certo a migliorare visto l’andazzo attuale: “In tempi brevi, non vedo come si possa pensare di aumentare la produzione. Occorre attirare dei nuovi produttori, non capisco proprio perché le auto italiane debbano nascere all’estero. Occorre dare gli incentivi a chi produce in Italia, ma manca un progetto industriale che porti a capire cosa accadrà dalle nostre parti. Abbiamo venduto anche la Marelli, un’industria fondamentale, c’è troppo silenzio da parte del mondo sindacale, ai tempi di Marchionne c’erano rivoluzioni di continuo, ma soprattutto, oggi vedo l’assenza di un programma“.
L’ex presidente della Ferrari ha usato toni molto forti: “Mi piacerebbe che i sindacati ed il nostro governo si rivolgessero a Stellantis chiedendo quale sia il loro progetto industriale sul settore automotive in Italia. I sindacati con noi erano molto più duri e presenti, ad oggi avverto un silenzio tombale. Anche noi facevamo auto all’estero, ma da quando c’è Stellantis siamo diventati il settimo paese per produzione di veicoli e non possiamo accettarlo“.
Montezemolo ha poi provato ad immaginare come si sarebbe comportato Gianni Agnelli, suo grande amico, scomparso da ormai oltre un ventennio: “Non ho dubbi sul fatto che lui si sarebbe opposto fermamente, ma anche Marchionne non era disposto a vendere. Lui ha sempre chiarito che non avrebbe mai venduto la Fiat. Io, personalmente, sono orgoglioso di quanto abbiamo fatto, soprattutto con la Ferrari, che è uno dei ricordi più belli della mia vita, un’esperienza che non dimenticherò mai“.