La Ferrari deve fare i conti con un tristissimo lutto che l’ha colpita proprio in queste ore: se n’è andata un’autentica leggenda del Cavallino
La Formula 1 era tutta la sua vita e ora i tifosi piangono uno dei pilastri del Reparto Corse di Maranello. Per circa 30 anni è stato all’interno del team più vincente e rinomato della storia. Una gravissima perdita.
Quando si lavora in un team di Formula 1 si entra a far parte di un’autentica famiglia. Si ha a che fare con le stesse persone per 9 mesi consecutivi in giro per il mondo, come fosse davvero un circo. Un enorme carrozzone che gira da un Paese all’altro, da un Gran Premio all’altro, con tempistiche e modalità pazzesche. Ovvio che si instauri da piloti, meccanici, ingegneri e dirigenti un rapporto strettissimo, di quotidiano supporto e di grande amicizia.
In particolar modo quando si parla di Ferrari si ha sempre a che fare con il concetto di inclusività. Il marchio più rinomato e vincente della storia del Motorsport ha da sempre mantenuto questa caratteristica, voluta fortemente dal suo fondatore. I meccanici sono il motore del Reparto Corse, coloro che mettono le mani sulle vetture e a cui si affidano completamente i piloti. La scomparsa di uno di loro è sempre un evento tristissimo, ancor più se dopo 30 anni di onorata militanza. Il Cavallino Rampante piange la morte di Pietro Corradini, venuto a mancare all’età di 77 anni.
Corradini era entrato a far parte della Ferrari nel lontano 2 febbraio 1970, in qualità di meccanico. Per tre decadi si è confrontato prima con la Formula 1, poi con lo Sport Prototipi e infine con i modelli stradali, andando in pensione all’inizio degli anni 2000. Ebbe modo di lavorare al fianco di fuoriclasse come Jacky Ickx, Clay Regazzoni, Niki Lauda, Didier Pironi, Jody Scheckter, René Arnoux e Gilles Villeneuve, instaurando proprio con quest’ultimo un rapporto speciale.
Era rimasto sempre stupito dal talento del canadese, dalla sua capacità di guidare la macchina anche in condizioni proibitive e di non lamentarsi mai. Parlando a La Repubblica qualche anno fa ricordava come Enzo Ferrari avesse paragonato Villeneuve a Tazio Nuvolari per il suo fare spericolato. Nulla a che vedere con i piloti di oggi. Corradini aveva chiuso la sua esperienza in F1 con Gerhard Berger nel 1988, prima di dedicarsi alle auto stradali, collaborando ai progetti F40, F50 e 550.
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