Un vero e proprio disastro ha colpito Audi e Porsche, ma anche un altro brand di lusso. Ecco i dettagli della vicenda.
Il 2024 non parte nel migliore dei modi per due veri e propri colossi delle quattro ruote, ovvero Audi e Porsche, che si ritrovano costrette ad affrontare una situazione incredibile. Come sappiamo, entrambe fanno parte del gruppo Volkswagen, che è finito nell’occhio dei ciclone per la produzione di alcuni componenti che sta avvenendo in Cina, in particolare, in una regione dove si pratica lo sfruttamento dei lavoratori, che non è più un segreto.
Audi e Porsche hanno già avuto i loro problemi negli USA alla fine del 2023, quando alcuni modelli full electric sono stati richiamati per il rischio di incendi. Ora, migliaia di auto sono bloccate nei porti e rischiano di non poter essere consegnate ai loro clienti, a causa proprio di una motivazione legata allo sfruttamento. Andiamo a vedere cosa sta accadendo.
Non si placano i problemi che attanagliano il mercato dell’auto ormai da troppo tempo, e messa leggermente da parte la crisi dei microchip, ecco che spunta un nuovo guaio non direttamente legato con la produzione in senso stretto. Infatti, Audi, Porsche e Bentley sono bloccate nei porti degli Stati Uniti d’America e non ricevono il permesso di sbarcare, a causa di una motivazione davvero incredibile e che mai avevamo sentito in passato.
Secondo quanto emerge, negli USA non hanno il permesso di sbarcare avendo dei componenti a bordo prodotti nello Xinjiang, una regione della Cina dove viene praticato lo sfruttamento in ambito lavorativo, con il “Financial Times” che ha riportato una notizia, se possibile, ancor più clamorosa. Pare infatti che la Volkswagen, che è proprietaria dei tre marchi sopracitati, stia addirittura pensando di abbandonare la regione, a seguito delle voci sullo sfruttamento che si sono fatte sempre più insistenti in questi ultimi giorni.
In particolare, le condizioni di lavoro degli operai e lo sfruttamento che subiscono non sarebbero in tono con le leggi statunitensi, motivo per il quale migliaia di Audi, Porsche e Volkswagen sono ferme nei porti, e difficilmente potranno mai fare il loro ingresso nel paese. Come sappiamo, le regole sono molto chiare negli USA, e quando viene presa una decisione, soprattutto in casi estremi come questi, non si torna indietro. Il problema di cui vi stiamo parlando è stato scoperto nel mese di gennaio, con diversi gruppi umanitari che hanno iniziato a fare pressione sulla Volkswagen affinché vengano svolti dei controlli severi su quelle che sono le condizioni di lavoro nelle fabbriche cinesi.
Ricordiamo che la Volkswagen, nello Xinjiang, è in joint venture con il colosso cinese SIAC, e non è da escludere che nei prossimi giorni vengano prese delle decisioni clamorosi. Nel frattempo, il destino delle auto ferme nei porti è incerto e non abbiamo notizie su quello che ne sarà fatto. Non è da escludere un loro rientro in Europa, visto che le autorità americane paiono irremovibili, almeno per il momento.
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