Fabrizio De André è stato uno dei più grandi geni di sempre della storia italiana, ma pochi conoscono un dettaglio su di un evento storico.
Ci sono delle figure che dimostrano nel corso della storia di elevarsi in modo netto rispetto a tutti gli altri. Fabrizio De André non è stato solo un cantautore o un poeta, ma ha rappresentato il meglio dell’Italia, un intellettuale geniale in grado di andare contro a qualsiasi luogo comune, schierandosi in “direzione ostinata e contraria”.
Il cantautore genovese durante la propria straordinaria vita ha permesso di far capire a chi lo ha amato che non esistono poteri buoni, né da un lato né dall’altro, perché tutti fanno i propri interessi. Per questo motivo accade che nel momento in cui la rivolta studentesca alla fine degli anni ’60 divampa, Faber decide di scrivere “La buona novella”, per far conoscere la storia di Gesù attraverso i Vangeli apocrifi.
Una scelta che fece discutere, ma che dimostrò come De André non volesse andare contro la religione, ma solo vederla anche da un altro punto di vista. Ricordare i capolavori scritti e cantati dal genio genovese è impossibile, sono troppe le opere che lo hanno reso celebre.
Purtroppo un carcinoma polmonare, scaturito a causa della sua grave forma di dipendenza dalle sigarette lo stroncò quanto ancora non aveva compiuto 59 anni. Nella vita di De André c’è stato però anche il grande amore non solo per la sua Genova, ma anche per quella che è diventata la sua seconda terra: la Sardegna. Qui visse anche un momento drammatico, con il sequestro che avvenne con una particolare auto.
Citroen Dyane 6: l’auto del rapimento in Sardegna di Fabrizio De André
Il 27 agosto 1979, l’Italia intera fu sconvolta dalla notizia del rapimento di Fabrizio De André e della compagna Dori Ghezzi, con i due che si trovavano nella loro abitazione a Tempio Pausania. Quella notte tre uomini rappresentati dell’Anonima Sarda, costrinsero la coppia a salire sulla loro auto per essere sequestrati nelle montagne di Pattada.
Pochi sanno che De André ricorda perfettamente l’auto e si trattava di una Citroen Dyane 6. Siamo di fronte a una piccola berlina che ebbe molto successo in terra francese, tanto è vero che il marchio attualmente presente nel Gruppo Stellantis la produsse tra il 1975 e il 1983.
Le dimensioni mostravano un’auto da 387 cm di lunghezza, una larghezza di 150 cm e un’altezza di 154 cm, con un peso di soli 600 kg. La Dyane 6 era una quattro posti che montava al proprio interno un motore bicilindrico a trazione anteriore da 600 di cilindrata che aveva modo di erogare fino a un massimo di 32 cavalli.
Questo le permetteva così di toccare un picco massimo di velocità di 120 km/h, con i consumi che erano molto contenuti, dato che per percorrere 100 km necessitava di soli 6,1 litri di benzina. La Dyane fu una delle auto più vendute da parte della Citroen in quegli anni, quasi un milione e mezzo, e la 6 fu la sua evoluzione migliore. Un’auto che è entrata senza volerlo all’interno di una delle storie più incredibili di sempre nella storia d’Italia, con il sequestro della coppia Fabrizio De André e Dori Ghezzi che ancora oggi è uno dei momenti più incredibili di sempre.