Dalla prossima estate cambiano le regole per tutti gli automobilisti e i produttori di auto. Ecco cosa non si potrà più fare.
Anche se gli incidenti mortali sono in leggero calo da qualche anno, come testimoniato dai vari report prodotti da ACI-ISTAT, gli incidenti sono all’ordine del giorno e spesso vedono protagonisti gli utenti più deboli della strada. In mezzo a tutto ciò, resta più che mai allarmante la situazione relativa alle RC auto.
Sempre più cittadini scelgono di non rinnovare il proprio contratto con l’assicurazione per risparmiare quella cifra, che risulta effettivamente importante alla luce degli stipendi bassi e di un carovita che non accenna a diminuire. E questo porta a delle conseguenze non di poco conto, specialmente in caso di sinistro. Dunque a partire dal prossimo 7 luglio l’Italia dovrà adeguarsi alla normativa imposta dall’Unione Europea.
Già oggi la scatola nera è adottabile su opzione, ottenendo da parte della propria compagnia uno sconto sul premio, ma tra pochi mesi diventerà obbligatoria per tutti gli abitanti del Vecchio Continente. Ma a che cosa serve questo strumento? Semplicemente a registrare tutto quanto avviene su una macchina che può essere utile ad individuare il responsabile. Attualmente viene utilizzato un device dell’aftermarket capace di registrare tutte le informazioni relative al conducente e al suo mezzo, ma con la nuova normativa, questa sarà integrata in fase di produzione e garantirà l’anonimato.
Per capire meglio di ciò che stiamo parlando diciamo che il nome tecnico di quella che comunemente viene definita scatola nera è Event Data Recorder o EDR. Il suo scopo è quello di “registrare e memorizzare i parametri e le informazioni critiche relative ad un incidente, appena prima, durante e dopo la collisione”. Essenzialmente il compito che svolge è lo stesso di quella installata successivamente dalle agenzie assicurative, ma differenza sta nel fatto che diventerà parte integrante del veicolo.
Il registrato partirà da 5 secondi prima dell’impatto, per terminare a 300 millisecondi dopo. Gli elementi che vengono fissati sono: velocità della vettura, la frenata, la posizione, l’inclinazione, l’eventuale attivazione della chiamata di sicurezza o dei sistemi di assistenza alla guida.
I video, le immagini e l’audio non permangono, ma restano solo le informazioni che non vengono in alcun modo trasferite in esterno tramite i sistemi wireless presenti. Per poterle consultare bisogna collegarsi tramite porta OBD, un circuito chiuso che assicura la massima privacy.
E’ importante sapere che con questa metodologia le autorità potranno identificare la marca, il modello e la versione della vettura, ma non il numero di telaio, in quanto le cifre finali nono possono essere immagazzinate. Ciò significa che non può essere identificato il proprietario.
A questo punto la domanda è, a cosa serve veramente? Si tratta di un dispositivo non punitivo, a cui non è collegata alcuna sanzione, che ha meramente scopi statistici e di analisi delle collisioni. Tutti i dati raccolti verranno semplicemente messi a disposizione delle forze dell’ordine, giusto per crearsi un database informativo. In soldoni, non si viene schedati. E’ invece possibile che vengano sfruttati per l’omologazione di nuove componenti.
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