Dopo oltre metà secolo per le Autostrade arriva l’ondata del cambiamento con una serie di risvolti ancora difficili da prevedere, ma tutto sarà diverso.
Cambiamenti in vista per le nostre autostrade. Gli automobilisti presto vedranno tutto rivoluzionato: dopo le lunghe discussioni la decisione sembra essere definitiva. Dopo 70 anni non sarà più lo stesso.
Nelle recenti settimane è avvenuto un braccio di ferro piuttosto veemente fra il Ministero dei Trasporti e Ativa, ovvero la società che gestisce l’autostrada A5. Un confronto così accesso da portare alla chiusura di un tratto nei pressi di Pavone Canavese, che interrompe il collegamento già disturbato e complesso con la Valle D’Aosta, consentito per norma soltanto ai mezzi al di sotto delle 19 tonnellate. Un braccio di ferro con grosse conseguenze prevedibili, trattndosi di un’azienda che avrebbe festeggiato nel 2024 i 70 anni della sua gestione.
In particolare ha retto l’A5 Quincinetto-Aosta e l’A21 Torino-Piacenza oltre al tratto Quincinetto-Aosta. Tratti nevralgici, rispetto ai quali si teme la futura gestione. Ativa infatti ha usufruito di una proroga dal 2016 ad oggi ma è una concessionaria uscente. Una notizia che circola da tempo, sebbene in sordina, poiché lo scorso ottobre il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della Astm sulla revoca della concessione delle autostrade di cui sopra, per un totale di 462 km.
La nuova gestione dovrebbe essere da parte della holding Fininc di Matterino Dogliani di Cuneo, il quale assumerà il controllo anche di altri due tratti gestiti da Gavio, vale a dire la Tangenziale di Torino e la bretella Ivrea-Santhià. Un risvolto in parte annunciato ma in parte anche sorprendente, siccome il Consorzio Stabile Sis era il secondo classificato nella gara d’appalto. Quindi ci si aspettava una rapida concessione, tuttavia l’operazione ha subito dei rallentamenti per uno specifico motivo.
Italia, occhio alle Autostrade: finisce un’epoca, cosa accadrà adesso
L’interrogazione parlamentare del Pd e di Fratelli d’Italia, in base alla quale lo Stato avrebbe perso circa un miliardo di euro d’introiti concedendo le Autostrade a Fininc, hanno dato uno scossone in negativo alla nuova trattativa, che quindi si è dovuto attendere prima che divenisse realtà. Il Tribunale è intervenuto fra vari ricorsi e sospensioni, che in prima istanza ha concesso già tempo al Gruppo Gavio per continuare a operare, attraverso le aziende Ativa e Satap.
La vicenda giudiziaria si è conclusa appena il 5 ottobre del 2023, con la conferma delle concessioni a Fininc, estromettendo il Gruppo Gavio dall’A5 e dall’A21. Tuttavia, l’azienda chiederà un risarcimento allo Stato per gli investimenti ai quali ha contribuito durante la proroga, della quale ha usufruito. Mancano le motivazioni della sentenza e la ratifica da parte del Ministero dei Trasporti, poi la questione sarà chiusa per una concessione durata oltre un decennio per il valore di 300 milioni di euro all’anno. Fininc, infine, sarà il terzo operatore per Autostrade in Italia, gestendo già la Pedemontana veneta e la Napoli-Pompei-Salerno.