Il marchio Tesla vive un momento complesso, ed ora arriva una nuova mazzata. Ecco perché è stato deciso di fermare la produzione.
Momento difficile per il marchio Tesla, che è costretta a sospendere la produzione in Europa. In questi giorni, una nuova tegola è piombata sulla casa statunitense, a causa della volontà di Elon Musk di avere maggiori quote a propria disposizione. Il CEO e fondatore della compagnia texana, che attualmente ha in mano solo il 13% del pacchetto azionario, ha richiesto di raddoppiare le sue quote, per un totale del 25%, pari a circa 80 miliardi di dollari.
La sua volontà è quella di sviluppare l’intelligenza artificiale con un maggior controllo sull’azienda, altrimenti, porterà lo sviluppo di questa tecnologia fuori dalla Tesla. Dunque, è in corso una sorta di guerra intestina tra Musk e gli altri azionisti, che per il momento non sembrano intenzionati a cedere le loro quote. A tutto ciò si aggiunge la suddetta carenza di componenti che ha portato allo stop della produzione.
Tesla, la decisone è davvero senza precedenti
C’è un vero e proprio allarme per il marchio Tesla in Europa, uno dei mercati più importanti per la compagnia di Elon Musk. Infatti, la produzione è stata ufficialmente fermata in Germania, dove ricordiamo, è presente l’unica Gigafactory del Vecchio Continente. Il motivo non è legato alla crisi di vendite o ad un qualche altro motivo finanziario, ma alla mancanza di componenti, che rendono impossibile il proseguimento della costruzione delle vetture.
Lo stop è stato annunciato dalla casa texana con un comunicato stampa ufficiale, diramato poche ore prima che la Gran Bretagna e gli Stati Uniti d’America comunicassero l’obiettivo di voler sferrare attacchi aerei contro gli obiettivi nello Yemen degli Houthi, un gruppo di ribelli che sta seminando il panico in quella zona del pianeta. Infatti, questo attacco ha messo a rischio la libera circolazione nel canale di Suez, uno sbocco fondamentale per il commercio mondiale.
Ecco cosa ha comunicato la Tesla: “I tempi di trasporto più lunghi creano un divario nelle catene di approvvigionamento, ed a causa della mancanza dei vari componenti siamo dunque costretti a sospendere la produzione di veicoli nella Gigafactory. Attualmente, i conflitti che sono in corso nel Mar Rosso ed i relativi spostamenti delle rotte di trasporto tra l’Europa e l’Asia tramite il Capo di Buona Speranza stanno impattando in maniera significativa anche sulla produzione di Grunheide“. Si tratta del secondo stop per il centro di produzione di Berlino Brandeburgo, dopo quello avvenuto a dicembre a seguito dello sciopero dei lavoratori e dei portuali svedesi, che avevano portato ad un’altra notevole carenza sul fronte dei componenti utili alla costruzione delle vetture.
Il momento è davvero delicato a livello mondiale, ed anche colossi di questo genere possono fare ben poco in una situazione simile. La speranza è che, dopo i drammi in Ucraina ed in Palestina, non si debba assistere ad una nuova carneficina, che oltre ad avere un enorme impatto sulle vite umane, può davvero segnare in maniera definitiva l’economica del pianeta.