Rivoluzione in vista sul mercato delle batterie: sta per arrivare un nuovo modello che non ha bisogno di essere ricaricato
Il mercato dell’elettrico è ancora all’inizio. Nel mondo delle auto la grande sfida in questo momento sembra essere legata all’autonomia e ai tempi di recupero. C’è chi promette 500 o più chilometri di percorrenza con un ciclo di ricarica, chi una ricarica rapidissima, in un quarto d’ora o poco più. Ma a breve tutte queste promesse potrebbero diventare qualcosa di vecchio e superato. Sul mercato sta infatti per arrivare un nuovo modello di batteria che non ha bisogno di ricaricarsi. E potrebbe essere qualcosa di davvero rivoluzionario.
A sviluppare questo tipo di batteria ‘eterna’ è stata Beijing Betavolt New Energy Technology. In questi giorni l’azienda ha annunciato con grande entusiasmo la realizzazione di una batteria piccola ma dalla durata sorprendente. Un gioiellino in grado di durare, almeno stando alle dichiarazioni, circa 50 anni. E senza alcun bisogno di ricaricarsi.
Per il momento questo tipo di batterie non dovrebbe arrivare sul mercato delle automobili, o almeno non subito. Potrebbe servire in un primo momento per dispositivi aerospaziali o medici, sensori di vario genere, eventualmente droni, per poi arrivare anche al mercato degli smartphone. Ma una volta sviluppata una tecnologia di questo tipo, difficilmente potrebbe non fare gola anche ai colossi dell’automobile.
Betavolt lancia le batterie che durano 50 anni senza ricarica: come funzionano
Sembra incredibile che le batterie possano passare dall’autonomia limitata attualmente garantita dai modelli attualmente presenti nelle automobili o negli smartphone a un ciclo di vita così lungo.
Ma qual è il segreto della batteria sviluppata da Betavolt? Semplice. Non si tratta di una batteria al litio, bensì di una batteria nucleare, in grado di sfruttare l’energia atomica in modo sicuro per poter sopravvivere circa cinque decadi senza alcun bisogno di ricariche o di manutenzione.
Grazie al decadimento radioattivo dell’isotopo 63 di nichel e a un semiconduttore al diamante, questo tipo di batteria riesce a convertire l’energia nucleare in elettrica, rivoluzionando probabilmente per sempre il mondo delle batterie. Delle ricerche di questo tipo erano già state lanciate da anni. La grande svolta da parte dell’azienda cinese è stata la miniaturizzazione dei propri modelli, che potrebbe permettere presto un’immissione sul mercato a prezzi accettabili.
Se l’autonomia è sicuramente il punto di forza più sorprendente, Betavolt ha sottolineato come le batterie nucleari abbiano anche una densità energetica superiore a quelle al litio, non possano esplodere o prendere fuoco, generino la stessa quantità di energia nel tempo e soprattutto non emettano radiazioni.
Inevitabile domandarsi come possano però essere smaltite. E anche in questo caso la risposta lascia stupefatti. Terminato il suo ciclo di vita, l’isotopo 63 di nichel si trasformerà in un isotopo stabile di rame, senza generare quindi scarti radioattivi che siano dannosi per l’uomo e per l’ambiente. In un solo colpo, Betavolt potrebbe quindi aver risolto il problema della ricarica, dell’autonomia e dello smaltimento. Sembra fantascienza, ma potrebbe essere solo l’alba di una nuova era. Non resta che attendere per scoprirlo.