La situazione è insostenibile, anche questo marchio blocca la produzione: finché le cose non cambieranno, i clienti saranno obbligati a tirare la cinghia.
Quella di dovere bloccare anche solo per qualche mese la produzione di automobili è l’eventualità che terrorizza maggiormente i dirigenti di tutte le case che producono auto in questi anni complicati. Può succedere per tanti motivi, di dover ordinare uno stop alla produzione, per scarsi ordini – vedi Volkswagen – per uno sciopero – come è successo pure a Stellantis oltre oceano – o per un’indagine su presunte truffe ai clienti, vedi il caso di Daihatstu in Giappone.
Ultimamente però si profila un nuovo rischio, per i produttori di automobili, ossia rimanere vittime di una situazione geopolitica che tra guerre in tutto il pianeta sta solo peggiorando. Una casa automobilistica attiva e famosa anche in Italia si è trovata a dover bloccare la costruzione di alcuni modelli: il mancato arrivo dei componenti che le servivano per produrli è stato causato da uno degli eventi più shoccanti degli ultimi mesi.
La teoria del caos dice che se una farfalla batte le ali dall’altra parte del mondo, da noi si scatena un tifone: un modo per spiegare come eventi apparentemente scollegati tra loro possano in realtà causare veri disastri, un po’ come nel caso del conflitto in Yemen, una guerra che va avanti da anni nell’indifferenza – vergognosa – di tanti ma che ha appena toccato direttamente anche i produttori di automobili.
Guerra in Yemen, le navi si fermano
Era solo questione prima che le minacce dei ribelli Houthi che sono ricorsi ad assalti alle navi che attraversano il Mar Rosso facessero la prima vittima eccellente: la casa svedese Volvo non è stata in grado di rispettare i suoi impegni produttivi, proprio perchè i componenti trasportati dai mercantili non sono mai arrivati. Le navi devono percorrere nuove rotte, troppo pericolosi gli assalti nel canale che passa molto vicino al territorio Houthi e questo ha portato a tanti ritardi e disagi per i costruttori.
A doversi fermare in particolare è stato l’impianto belga di Gand dove vengono costruite le vetture XC40 e C40 che a quanto pare, non saranno assemblate per alcuni giorni per dare tempo ai componenti necessari per terminare le auto di arrivare. Le navi che portavano questi pezzi sarebbero state deviate: troppo pericoloso il tragitto, troppo rischioso un possibile attacco dei miliziani.
Gli attacchi americani in Yemen forse bloccheranno gli assalti dei miliziani, ma ormai il guaio è fatto. Pochi giorni fa anche Tesla aveva annunciato di dover sospendere la costruzione dei suoi modelli in alcune Gigafactory a causa della situazione geopolitica molto pericolosa. Un vero disastro per i marchi costruttori che ci ricorda come un mondo in guerra, oltre a causare milioni di vittime che si potevano evitare, non sia sicuro nemmeno per chi vuole fare affari.