Una clamorosa rivelazione sulle condizioni di Michael Schumacher ha sconvolto il mondo dei motori: finalmente arrivano delle risposte a molti interrogativi
Il campione tedesco è uscito dai radar comunicativi da circa 10 anni, ma appassionati e fan non hanno mai smesso di dedicargli un pensiero. Tutto il Circus della Formula 1 non può ignorare la grandezza del sette volte iridato.
Il 3 gennaio scorso Michael Schumacher ha compiuto 55 anni. Il campione di Kerpen ha festeggiato ovviamente con la sua famiglia una ricorrenza che da due lustri non può essere più la stessa. L’incidente sulle nevi di Meribel gli ha cambiato la vita e lo costringe ad una durissima riabilitazione quotidiana. La moglie Corinna e i suoi cari hanno innalzato attorno a lui un muro di privacy per evitare una fuga di notizie e mantenere altissimo il riserbo sulle sue condizioni. Tra qualche confessione di vecchi amici e qualche ricostruzione in diversi documentari, si è riusciti ad intuire come stia effettivamente il sette volte campione del mondo.
A sentire Jean Todt Michael non è di certo più lo stesso: lontano parente del Kaiser che eravamo abituati a vedere ed ammirare sui circuiti di tutto il mondo e con problemi comunicativi evidenti. Eppure ci sono anche dei lati positivi in questo tentativo di recupero da parte sua, con passi avanti che fanno ben sperare e che comunque descrivono una situazione non del tutto compromessa.
A parlare delle condizioni fisiche di Michael Schumacher è stato nelle ultime ore anche Johnny Herbert, suo storico compagno ai tempi della Benetton di Flavio Briatore. L’ex pilota inglese, intervistato dal sito BettingSites ha raccontato: “Io racconto cose che mi dicono chi ha avuto la fortuna di vederlo, gente della Formula 1. Sembra che si sieda a tavola per cena con la famiglia per mangiare”.
Herbert poi però aggiunge: “Io temo che sia nelle stesse condizioni in cui si trovava dopo l’incidente. Non penso che le cose siano andate avanti come tutti speravamo. Penso che la famiglia stia aspettando che la scienza trovi qualcosa per farlo tornare come prima“. Il problema. al di là delle voci e illazioni, è che i danni alle cellule cerebrali, almeno per il momento, non hanno una vera e propria cura e rimangono tali per sempre. Non resta che augurarsi un passo avanti della medicina in termini sperimentali.
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