Il pressing di Tesla e dei produttori cinesi sta mettendo in difficoltà Toyota che ora deve affrontare un nuovo problema gravissimo
La storia degli ultimi trent’anni lo dice chiaramente: Toyota è sempre stata in prima linea nella tecnologia ibrida. Non a caso è stata la prima nel 1997 ad adottarla con successo sulla Prius, che oggi è arrivata alla quinta generazione. Oggi però i piani sono cambiati e arriva un nuovo stop clamoroso.
Anche alla fine del 2023 la Casa giapponese resta complessivamente il marchio più venduto, anche in testa adesso c’è la Tesla Y ed è la prima volta in assoluto per un modello elettrico. In più c’è il pressing di BYD che vende ancora più dell’azienda di Elon Musk nel campo delle elettriche.
Tutto questo ha fatto cambiare idea al colosso nipponico in prospettiva futura? In parte sì, perché la ricerca sull’ibrido resterà sempre prioritaria, ma intanto sta preparando un deciso cambio di passo puntando sull’elettrificazione per colmare la differenza con tutta la concorrenza.
La ricerca delle emissioni zero passa necessariamente dai motori elettrici e Toyota dovrà farsi trovare pronta. Anzi, l’obiettivo è quello di diventare numero uno anche in questo campo, garantendo batterie capaci di autonomia vicina ai 1.000 km con un pieno di energia.
Per questo utilizzerà la tecnologia ‘giga casting’, prendendo spunto da quello che fa con successo Tesla. Un processo di produzione nel quale sono utilizzate presse speciali per la costruzione di componenti molto più grossi e in un pezzo unico. Una scelta che significa ottimizzazione dei tempi e dei costi, anche in favore dei clienti.
Il primo modello che sfrutterà la nuova tecnologia elettrica Toyota, secondo indiscrezioni, sarà a marchio Lexus e arriverà nel 2026. Monterà nuove batterie al litio capaci di garantire 965 km di autonomia con una singola carica. Ma dal 2028 le batterie cresceranno e potrebbero permettere fino a 1448 km di autonomia con una singola carica. Toyota stima così di poter vendere circa 1,7 milioni di auto elettriche entro il 2030.
Stop Toyota, bloccata la produzione: nessuno poteva immaginarlo ma è il secondo duro colpo nel giro di poco
Non sempre però i piani a tavolino sono anche confermati dalla realtà e anche in casa Toyota lo sanno bene. Perché nelle ultime settimane il colosso giapponese è stato prima scosso da un grave scandalo e poi abbattuto da un evento drammatico.
Tutto è cominciato con la bufera Daihatsu, marchio utilizzato per produrre alcune Key Car compatte destinate al mercato orientale. Un’indagine indipendente e molto scripolopso, svelata per prima da Bloomberg, ha scoperto che l’azienda aveva barato.
Questi veicoli infatti prima di essere messi in commercio non erano stati controllati a dovere e così il marchio ha dovuto ammettere la verità. I test sulla sicurezza per la collisione laterale di 88mila auto prodotte in Thailandia e Malesia e vendute nell’ultimo anno erano taroccati
In pratica le unità di controllo degli airbag utilizzate durante i crash test erano diverse da quelle successivamente montate sui veicoli venduti ai clienti. E Toyota dopo ulteriori controlli ha verificato oltre 170 irregolarità su 64 modelli, comprese alcune auto con il marchio Toyota, come le Town Ace e Pixis Joy oltre alla Mazda Bongo.
Appena il tempo di riprendersi da questo colpo ed è arrivata una nuova mazzata anche se questa volta il marchio non c’entra. Tutta colpa del violento terremoto che all’inizio del 2024 ha colpito vaste aree del Giappone provocando morti e devastazioni.
Ecco perché l’azienda potrebbe ritardare l’avvio della produzione negli stabilimenti Toyota come ha anticipato il presidente, Koji Sato. Il blocco delle attività presso alcune imprese fornitrici ritarderà tutta la produzione e saranno valutati attentamente eventuali stop negli stabilimenti per ovviare alla mancanza di forniture.