Grandissimo dramma per un colosso automobilistico vero e proprio, purtroppo è accaduto veramente. Veniamo a capo della questione.
L’automobilismo è un settore straordinariamente vasto e incredibilmente pieno di aziende che puntano a fare qualcosa di molto speciale e innovativo in maniera costante. Le quattro ruote sanno anche essere assai ciniche, però, nella maniera più rigida e severa possibile.
Purtroppo una grande azienda non se l’è passata bene ultimamente, e adesso a quanto pare si è arrivati ad una vera e propria svolta in tal senso. Ci riferiamo a Nikola, società che si occupa della produzione di camion alimentati in maniera elettrica o a idrogeno.
Il triste protagonista di questa amara vicenda è Trevor Milton, fondatore di Nikola, al quale toccheranno ben 4 anni di carcere. Il motivo è legato al fatto che Milton avrebbe mentito consapevolmente agli investitori sui vantaggi delle tecnologie sviluppate dalla sua società.
Un qualcosa di veramente molto grave, insomma, che non poteva fare altro che far discutere negli ultimi giorni e nelle ultime ore. In ogni caso, approfondiamo la questione per capire qualcosa di più a riguardo e comprendere meglio cosa sia effettivamente successo.
4 anni di carcere per Trevor Milton: cosa è accaduto
Ma cosa viene contestato nel dettaglio a Trevor Milton? Principalmente il fatto di aver detto di aver costruito un nuovo pick up da zero, anche se in verità le cose stavano diversamente, ma non solo; anche aver detto che aveva sviluppato internamente le sue batterie – e invece le stava acquistando da altri costruttori – o che aveva avuto successo con il semirimorchio Nikola One (ma anche in questo caso non era vero). In ogni caso, è una condanna molto tenue rispetto a quella richiesta – 11 anni di carcere – quindi possiamo dire che a Milton è andata decisamente bene.
Secondo la difesa, si tratta di una serie di errori comunicativi commessi dal fondatore di Nikola, frutto del suo ‘ottimismo profondamente radicato’ nella sua azienda. Il che ha portato alla richiesta di libertà vigilata da parte dei suoi avvocati. Milton si sarebbe difeso così: “Non avevo intenzione di far del male a nessuno, e non ho commesso i crimini che mi sono stati attribuiti”. In ogni caso, pur non accettando la richiesta di 11 anni di galera, non possiamo dire che a Milton sia finita tanto meglio.
Nessuna libertà vigilata a quanto pare, perché la colpa rimane e le conseguenze legate alle sue azioni sono tutt’altro che da dimenticare. E’ l’esempio concreto che, nel campo dell’innovazione tecnologica e dello sviluppo automobilistico, ma soprattutto nel campo imprenditoriale, non ci si può permettere alcun tipo di passo falso. La legge dopotutto è chiarissima su questo fronte, e questa ne è la dimostrazione più rigida e concreta che abbiamo avuto di recente.